"...Ci sono ricorrenze. Ci sono delle scadenze. Ci sono dei riti attraverso i quali, spesso e volentieri la percezione spazia quasi scandagliando gli esiti campali del festoso e funambolico amarcord che vaga tra passato, presente, e futuro. Percorrendo una via, spesso mi chiedo, tra i sospiri di un vento spazientito, quale sia il possibile non senso ormai perso, in funzione dell' impunita impotenza, dopo mesi di lacrime versate ed oblii autolesionistici. La parete si erge perentoriamente. Non riesco a distinguere neanche le moltitudini di farfalle atterrite, che stanno per sbatterci contro. Il putridume e le nefandezze di questo essere comuni mortali ci castra. I tombini secernono odori non percepibili, ma segnalano l'urgenza. Segnalano l'uscio attraverso l'ecoscandaglio del patibolo fatto procrastinazione.
...Ci sono notti in cui, mi trovo abbagliato dalle luminescenze da tubo catodico. "Amarcord", "La dolce vita", "Ladri di biciclette", "Ossessione" ,"La terra trema", "Rocco e i suoi fratelli", "Caccia tragica" , "Il cammino della speranza" "Riso amaro"... Questi, sono solo alcuni dei titoli facenti parte l'orizzonte sconfinato della cinematografia d'autore che il sottoscritto ama e studia...E sono questi titoli, queste sequenze, questi piccoli amori di celluloide a diversificare le mie concezioni spingendomi verso le praterie delle trasposizioni artistiche, e mettendomi spesso in contro tendenza con altri appassionati del genere...Se da una parte, il "sacro fuoco dell'arte" mi vede amante dei recital di poesia, del cinema appunto, della letteratura, del teatro, e del mondo delle arti figurative in generale, alle volte mi vedo attanagliato tra gl approcci critici del reale. Penso che la coscienza critica di ognuno di noi sia fondamentale, e forse, il passato, questa miscellanea di nichilistiche esperienze fatte filmiche sequenze, ci aiuta a capire ed a carpire cosa è congeniale a noi tutti ma non solo...Soprattuto a noi stessi. Mi sembra di tornare indietro nel tempo...Ai miei 18 anni e mezzo...Mi capita sfogliando le pagine di una rivista locale per la quale collaboravo ai tempi..."La Città", questo il titolo di quello che adesso è sostanzialmente un periodico distribuito a Milazzo. Mi capita sfogliando la mia rubrica telefonica, che con gli anni si è moltiplicata per via degli innumerevoli contatti che ho preso per motivazioni giornalistiche. Mi capita rimembrando le attivazioni che mi videro in Sicilia studente ed aspirante giornalista. Mi capita sfogliando un'altra rivista, stavolta si tratta di un quotidiano. "Gazzetta del Sud". Questo il nome della testata. Mi capita quando, di passaggio a Messina, mi trovo dinanzi al Teatro Vittorio Emanuele. Ricordo i pomeriggi e le mattine alle volte, passati ad assistere alle prove relative ad alcune tragedie classiche che sarebbero state messe in scena. Ricordo le poesie che dedicai alle fanciulle della costa oltre il baby park...Poesie che custodisco e che non leggerà probabilmente mai nessuno...Ricordo di un amore e di un bacio dinanzi alle vetrate di un pomeriggio autunnale. Ricordo di una città allagata e di una lettera da recapitare...Ricordo le correnti ed i flutti dello Stretto di Messina. Ricordo Silvia e quanto piansi per lei. La vidi in riva al mare. La vidi in collina e tra i fiumi. La vidi in una sontuosa villa. Lessi il suo diario. Cercai il suo numero di telefono. Cercai e ricercai, ma non la trovai mai accanto a me. Ricordo solo che la spuma del mare, nei giorni di vento,mi parlava di lei..."
domenica 9 settembre 2007
martedì 4 settembre 2007
L'istante infinito, e la quiete dei laghi salati
Agonia di un feretro e di un'avanzata. Magdala ed il cavaliere solitario delle 13:30
"Ciottoli di villani.
Strade periferiche, in usci sconsolati.
Pietre assassine. Soglie beffarde.
Crisalide variopinta ed eden di
concetti fatti abete secolare.
Il tuo sorriso è il lento morire
dell'interprete guardingo.
Solo, vorrebbe accasciarsi...
Stridere nel fragore, mentre i decapitati
ridono con il loro capo in mano.
La mano pendendo, fende l'aria
resa cristallo di filantropia.
Tendendo sangue e nervi all'unisono,
si acceca il broncospasmo, per quella carcassa
fatta individuo... comparso...
Una donna sola, a saziare i suoi piaceri.
Meritrice dell'assenso, ridà la vita a quegli
scheletri. Mucchio d'ossa in quelle cappelanie
fatte violento scoppio di un addio, sotto
le sberle ed i cazzotti dell'innominato.
Del cavaliere solitario delle 13:30.
I fumogeni di castagne, applaudono
la rincorsa verso il nulla.
La vetrata ormai tempestata di scorze
e sfoghi, rende vane le speranze.
Un rifugio di sesso, tra le catene
del plumbeo divenire di una castità.
Una notte di sesso, e fiato da ultracorpi.
La donna impegnata, bendata di neve,
raggomitola lo stantuffo senza perno."
-... In questi giorni, durante i quali ogni sospiro, adulato dalle brezze vagabonde e perse tra gli spasmi di un'estate ormi fioco ricordo, si preclude l'andata o la buona uscita per il ritorno battericida, il sottoscritto è stato come teletrasportato. Si, teletrasportato in quelle regioni immobili che boccheggiano tra le cortecce del quieto vivere, sommessamente esistenti se pur ormai decedute in un sconforto fatto maggiore età. Ho scoperto ancora una volta il gusto di intervistare alcuni malcapitati di sesso maschile e femminile, addolorati delle loro ricognizioni a caccia di uno spicciolo, tra le strade deserte e sudicie della periferia messinese. Ho fatto la mia apparizione presso lo studio di registrazione di Radio Messina Quartiere, intervenendo da vero ospite sbigottito, ad un dibattito incentrato sul disagio giovanile. Mi sono perso tra i marasmi interlocutori della mia anima, visitando una pinacoteca che amo, in quel di Taormina. Ho pianto di gioia, dinanzi alla prospettiva deserta del teatro antico della suddetta cittadina. Ancora una volta, ho ricordato alcuni dei miei primi versi, dinanzi allo scenario reale e nel contempo surreale della baia di Tindari. Dinanzi alla Chiesa, ecco i laghi di Marinello. Il tempo lì, non risente delle trasmigrazioni dei fuggiaschi a caccia di coriandolizzati eventi. Sembra ieri. Sembra ieri si...io ancora bambino e lei, Luna, la bimba dai capelli rossi e dallo sguardo di fata, accanto a me...a farmi compagnia, raccogliendo vongole oltre le siepi del camping...-
"Ciottoli di villani.
Strade periferiche, in usci sconsolati.
Pietre assassine. Soglie beffarde.
Crisalide variopinta ed eden di
concetti fatti abete secolare.
Il tuo sorriso è il lento morire
dell'interprete guardingo.
Solo, vorrebbe accasciarsi...
Stridere nel fragore, mentre i decapitati
ridono con il loro capo in mano.
La mano pendendo, fende l'aria
resa cristallo di filantropia.
Tendendo sangue e nervi all'unisono,
si acceca il broncospasmo, per quella carcassa
fatta individuo... comparso...
Una donna sola, a saziare i suoi piaceri.
Meritrice dell'assenso, ridà la vita a quegli
scheletri. Mucchio d'ossa in quelle cappelanie
fatte violento scoppio di un addio, sotto
le sberle ed i cazzotti dell'innominato.
Del cavaliere solitario delle 13:30.
I fumogeni di castagne, applaudono
la rincorsa verso il nulla.
La vetrata ormai tempestata di scorze
e sfoghi, rende vane le speranze.
Un rifugio di sesso, tra le catene
del plumbeo divenire di una castità.
Una notte di sesso, e fiato da ultracorpi.
La donna impegnata, bendata di neve,
raggomitola lo stantuffo senza perno."
-... In questi giorni, durante i quali ogni sospiro, adulato dalle brezze vagabonde e perse tra gli spasmi di un'estate ormi fioco ricordo, si preclude l'andata o la buona uscita per il ritorno battericida, il sottoscritto è stato come teletrasportato. Si, teletrasportato in quelle regioni immobili che boccheggiano tra le cortecce del quieto vivere, sommessamente esistenti se pur ormai decedute in un sconforto fatto maggiore età. Ho scoperto ancora una volta il gusto di intervistare alcuni malcapitati di sesso maschile e femminile, addolorati delle loro ricognizioni a caccia di uno spicciolo, tra le strade deserte e sudicie della periferia messinese. Ho fatto la mia apparizione presso lo studio di registrazione di Radio Messina Quartiere, intervenendo da vero ospite sbigottito, ad un dibattito incentrato sul disagio giovanile. Mi sono perso tra i marasmi interlocutori della mia anima, visitando una pinacoteca che amo, in quel di Taormina. Ho pianto di gioia, dinanzi alla prospettiva deserta del teatro antico della suddetta cittadina. Ancora una volta, ho ricordato alcuni dei miei primi versi, dinanzi allo scenario reale e nel contempo surreale della baia di Tindari. Dinanzi alla Chiesa, ecco i laghi di Marinello. Il tempo lì, non risente delle trasmigrazioni dei fuggiaschi a caccia di coriandolizzati eventi. Sembra ieri. Sembra ieri si...io ancora bambino e lei, Luna, la bimba dai capelli rossi e dallo sguardo di fata, accanto a me...a farmi compagnia, raccogliendo vongole oltre le siepi del camping...-
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