martedì 4 settembre 2007

L'istante infinito, e la quiete dei laghi salati

Agonia di un feretro e di un'avanzata. Magdala ed il cavaliere solitario delle 13:30

"Ciottoli di villani.
Strade periferiche, in usci sconsolati.
Pietre assassine. Soglie beffarde.
Crisalide variopinta ed eden di
concetti fatti abete secolare.
Il tuo sorriso è il lento morire
dell'interprete guardingo.
Solo, vorrebbe accasciarsi...
Stridere nel fragore, mentre i decapitati
ridono con il loro capo in mano.
La mano pendendo, fende l'aria
resa cristallo di filantropia.
Tendendo sangue e nervi all'unisono,
si acceca il broncospasmo, per quella carcassa
fatta individuo... comparso...
Una donna sola, a saziare i suoi piaceri.
Meritrice dell'assenso, ridà la vita a quegli
scheletri. Mucchio d'ossa in quelle cappelanie
fatte violento scoppio di un addio, sotto
le sberle ed i cazzotti dell'innominato.
Del cavaliere solitario delle 13:30.
I fumogeni di castagne, applaudono
la rincorsa verso il nulla.
La vetrata ormai tempestata di scorze
e sfoghi, rende vane le speranze.
Un rifugio di sesso, tra le catene
del plumbeo divenire di una castità.
Una notte di sesso, e fiato da ultracorpi.
La donna impegnata, bendata di neve,
raggomitola lo stantuffo senza perno."

-... In questi giorni, durante i quali ogni sospiro, adulato dalle brezze vagabonde e perse tra gli spasmi di un'estate ormi fioco ricordo, si preclude l'andata o la buona uscita per il ritorno battericida, il sottoscritto è stato come teletrasportato. Si, teletrasportato in quelle regioni immobili che boccheggiano tra le cortecce del quieto vivere, sommessamente esistenti se pur ormai decedute in un sconforto fatto maggiore età. Ho scoperto ancora una volta il gusto di intervistare alcuni malcapitati di sesso maschile e femminile, addolorati delle loro ricognizioni a caccia di uno spicciolo, tra le strade deserte e sudicie della periferia messinese. Ho fatto la mia apparizione presso lo studio di registrazione di Radio Messina Quartiere, intervenendo da vero ospite sbigottito, ad un dibattito incentrato sul disagio giovanile. Mi sono perso tra i marasmi interlocutori della mia anima, visitando una pinacoteca che amo, in quel di Taormina. Ho pianto di gioia, dinanzi alla prospettiva deserta del teatro antico della suddetta cittadina. Ancora una volta, ho ricordato alcuni dei miei primi versi, dinanzi allo scenario reale e nel contempo surreale della baia di Tindari. Dinanzi alla Chiesa, ecco i laghi di Marinello. Il tempo lì, non risente delle trasmigrazioni dei fuggiaschi a caccia di coriandolizzati eventi. Sembra ieri. Sembra ieri si...io ancora bambino e lei, Luna, la bimba dai capelli rossi e dallo sguardo di fata, accanto a me...a farmi compagnia, raccogliendo vongole oltre le siepi del camping...-

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che belli questi tuoi resoconti poetici...

Anonimo ha detto...

Ciao Danilo, ricambio con estremo piacere la visita. E' sempre un piacere conoscere ragazzi/e che hanno come me la passione per il giornalismo.
Bello ed interessante il tuo blog.

Spero di rileggerti.
Saluti
Annalisa C.