lunedì 1 ottobre 2007

Nasce la Fondazione "Piana Infinita"...

-...Nasce la FONDAZIONE "PIANA INFINITA". Validi membri si avvicenderanno, tra l'estasi della poesia fatta arte e vita, dinanzi al luogo geografico, fatto fiato, ode di libellule, spighe, e frazioni di un cuore rivolto al fenomeno di un incontro.Con tanto di cerimonia di insediamento del direttivo, la Fondazione comincerà a muovere i primi passi verso l'eterogeneo di un canto di liriche, a partire dal week-end della settimana in corso. Uno degli obiettivi principali dei partecipanti alle iniziative, è quello di promuovere attraverso l'analisi caleidoscopica in funzione del trapasso del passato, ogni forma d'arte, ed in particolar modo l'arte che accomuna i cantori ed i vari facitori di versi. Meta prediletta, dove inverare lungo il percorso di celluloide del guardingo ma filantropico zig zag dei moti dell'anima, sarà proprio la scena al di sotto della volta stellare: Il Teatro all'aperto di Via Filicusa, in località, terra di confine tra S.Marco e Bastione (queste ultime, sono delle arci note frazioni di Milazzo).
Partecipano alla trasposizione del calendario degli eventi non solo Danilo Saddi, ma anche Francesco Terragna, Aurelio Malandrino, Vincenzo Russo, e Carmelo Copppolino Billè. I suddetti personaggi non solo, risultano essere soci fondatori ma sono altresì depositari del logo ufficiale della omonima fondazione, per il quale si stanno attivando gli alti vertici della Compagnia Teatrale Mauri Sturno di Roma, disposta anche stavolta ad accogliere dinanzi al sacro fuoco dell'arte l'impeto comunicativo della Nuova "Ricerca Calibrata" che si preannuncia totalmente diversa rispetto al passato. In corso tra l'altro, audizioni e provini in quel di Via dei Neofiti...Una nuova antologia di liriche del tutto inedite, composte da Danilo Saddi e dedicate alle peripezie derivanti dai suicidi del gorgoglio di un amore nei confronti di una donna e di tutte le donne, di tutte le Calibrate, costituirà la bisettrice ideologica attraverso la quale ogni frazione di una Piana, dell'Unica Piana, potrà risplendere in funzione del pertugio prospettivo del marchio a fuoco, e del sigillo dell'infinito. Ogni rincorsa, ogni straziante fuga di un sorriso annebbiato dalle fuliggini dei fiori di loto, che è di per se, sempre e comunque, il volo di un amore, rivive così. Rivive nella suggestione di quell'atto performativo che è teatro. Che è cinema. Il ciak dell'azione incentra lo stesso punto focale che è lo sguardo di una donna. Non un'iridescenza qualsiasi però. La memoria rincorre l'inconscio dello studio da autodidatta. L'attenzione cade sui libri, e sulla tradizione Shakespiriana. La figura di Giulietta, malinconica...La sua dolcezza espressiva, che è comunicazione...Attraverso il vincolo del balcone. ...Inutile far balenare l'effimero guazzabuglio da loquela che da spazio, sempre e comunque, ad un atto di per se verbale ma sostanzialmente costatativo...Attraverso il vincolo dell'odio che fomenta le dispute tra la propria famiglia e quella del suo amore, Romeo. Attraverso il vincolo dell'attesa temporale cristallizzata nello sfiorar le mani di un amore di cui percepisce il sogno ed il sonno, mentre la luna non incede i passi attraverso i fasci argentei, ne piega il volere a chi oltre un cancello, un gradino, o una costipata cinta caratteriale, manda in fumo ogni linea guida, o sussidio didattico dell'esistere...-

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