martedì 28 agosto 2007

Il Porto

"...Chiamatela déjà vu, chiamatela suggestione, chiamatela malinconia pre-partenza, se non nostalgia messianica...o addirittura afflato poetico che si manifesta nell'ispirazione non palese...Ad ogni modo, questa magniloquenza fatta assoluto rende partecipi. Partecipi di questo sfarzo colmo d'oblio...A tutt'oggi mi chiedo sulla soglia dell'imperscrutabile, se questa paramnesia è il semplice sentore di uno stato di frizione sentimentale, oppure il segnale veritiero dell'oracolo del tempo che mi invita ancora una volta ad andare incontro ad una meta non sgombra di nubi..."

Frammento tratto dalla lirica inedita che ha per titolo "Il Porto".

"...Lo sguardo si perse nel pomeriggio di laguna,
che lasciò spazio solo alla marina scomparsa
di un traghetto.La tua anima sola,
al molo delle nebbie mai diradate..."

domenica 26 agosto 2007

Quando il "Magnetismo" ha gli occhi della luna...

"La stragrande maggioranza, per non dire tutti, dei miei scritti si sono avviluppati attorno all'urgenza del vivere secondo le "chiamate" del sacro fuoco dell'arte, durante le ore notturne. Ancora oggi mi chiedo perché. Probabilmente riesco ad andare "a caccia" di assonanze, in quelle cosmogoniche e cosmicomiche rimembranze lunari. A prescindere dalla presenza o meno di nubi su in alto, nel cielo.
I momenti si, divengono annosi, ma la cerimonia nuziale della partenza da eco scandaglio, rende sublime il percorso di espiazione. Non ho assolutamente nulla incontrario, rispetto ad ogni itinerario dialogico, ma con un pizzico di commozione, ricordo ancora oggi i momenti durante i quali dedicavo racconti agli innamorati, nascondendoli negli angoli più disparati delle residenze di famiglia (omaggiando nonni e zii dei miei scritti). Mi sembra ovvio che ogni onomatopea si infrange dinanzi alla parete del vissuto, ogni qual volta riponi fiducia nel tuo trasporre sommesse concezioni. Sono dubbioso spesso e volentieri. Mi chiedo se ogni allitterazione, non sia alla fin fine una sorta di personalizzazione paradossalmente spersonalizzante..."
-La notte mi rapisce e le fronde degli alberi sono l'avamposto per i guardiani fatti uccelli notturni. Tengo a sottolineare che in questo blog, qualche piccolo errore di battitura è dovuto a questo. "Ci scusiamo per il disagio occorso", giusto per citare le nostre tanto amate F.S.. Farò il possibile per riporre per qualche istante i libri, ed apportare delle piccole correzioni.-

venerdì 24 agosto 2007

Intrinseco divenire di un giorno qualunque.

-(...) Mi piace concepire alcune immagini. Mi piace immaginare quale possa essere la natura psicologica di quelli che sono i mostri sacri della cultura del tempo assoluto. Da sempre amo il cinema, la letteratura, la poesia, la filosofia, il mondo dell'arte in generale. Le commistioni si amalgamano attorno alla parete di edere del quotidiano. Il sole irradia lo scandaglio e ciò che una pupilla svela si infiamma nella gioia pedestre.(...) Capita di percorrere un viale. Capita di di soffermarsi ad ammirare il moto quasi ondulatorio di una foglia secca...mentre prima di essere vista giacere sul marciapiede dimenticato, il fermo immagine di una dipartita vegetale, ci avvinghia all'unico tempo terreno almeno "così è se vi pare".(...) Propongo un frammento di un'opera ,di uno dei filosofi dell'antichità, che più mi avvince. Alle volte, il gusto di conoscere l'oracolo nascosto, prende forma. Non esiste così il buio. Non esiste la nebbia. Esiste solo il magistero, col suo magistrale tic-tac di un'assurdita fatta missing-time. Continuo ad ogni modo, a guardare le luminescenze stellari, alle volte, vecchie di milioni di anni. Paradossalmente mi sembra di scorgere una sorta di entità. Il suo nome non mi è noto, ma è come se la conoscessi da sempre. Spero di trovare la quiete per poterla ancora una volta incontrare in sogno.

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Straniero - [...]Dimmi: dobbiamo avere il coraggio, mi pare, di pronunciare l'espressione "l'assoluto non essere"?Teeteto - Come no?Straniero - Se uno degli ascoltatori, non a scopo di contesa né per scherzare, ma seriamente dovesse rispondere, dopo aver riflettuto, a che cosa deve essere riferito questo nome, il "non essere", in riferimento a che cosa e per quale oggetto noi crediamo che egli ne farebbe uso e che cosa indicherebbe a chi lo interroga?[...]Ma questo almeno è chiaro, che il "non essere" non deve essere riferito a qualcuno degli enti. [...] Ma noi diciamo che, se s'intende parlare correttamente, non bisogna definirlo né come unità né come molteplicità e neppure assolutamente chiamarlo con il "lo", perché anche con questa espressione lo si designerebbe con una specie di unità.
(Platone, Sofista, in Id., Dialoghi filosofici, vol. II, a cura di G. Cambiano, Torino, UTET, 1981, pp. 433-436)

giovedì 23 agosto 2007

Le profezie e le lande desolate, del lento morire di un tempo fatto assoluto: tutto o niente?

"Senza nessuna ragione qualcosa si rompe in me
e mi chiude la gola
Senza nessuna ragione sobbalzo ad un tratto
lasciando a mezzo lo scritto
senza nessuna ragione nella hall di un albergo
sogno in piedi
senza nessuna ragione l'albero sul marciapiede
mi batte in fronte
senza nessuna ragione un lupo urla alla luna
iroso infelice affamato
senza nessuna ragione le stelle scendono a dondolarsi
sull'altalena del giardino
senza nessuna ragione vedo come sarò nella tomba
senza nessuna ragione nebbia e sole nella mia testa
senza nessuna ragione mi attacco al giorno che inizia
come se non dovesse finire mai più
e ogni volta sei tu
che sali dalle acque."

Nazim Hikmet

"(...) Anche quest'anno come di consueto, cala ufficialmente il sipario della stagione estiva. Inevitabilmente, almeno è sempre stato così per il sottoscritto, questo periodo al di la della radice etimologica del termine, e delle convenzioni di questa società dai canoni e dagli stereotipi di stampo occidentale, possiede alcune peculiarità che inverandosi nel vissuto parcellizzano ciò che apparentemente non percepisci. Questi mesi per quanto mi riguarda sono passati in maniera diversa. La consapevolezza dei cambiamenti che per forza di cose deviano il transito comunitario ed arbitrario, è come se paralizzasse il moto uniforme di un istrione che crogiolandsi vorrebbe concedere al vento una, almeno una, di quelle pergamene che in riva al mare sono state accarezzate dalle gentili pose della luna. Spesso niente è quello che sembra, e la verità in attesa come un'allegoria al di sopra delle muraglie e delle sterpaglie della concomitanza rugiadosa e strumentale. La verità mi attende. Percorre quel viale. Ci separa la cancellata. La carrellata laterale spesso, non soddisfa le esigenze, quasi volessero essere pretese, di un filmaker che attende l'opportuno finanziamento da parte di chi legifera mostrando il proprio diniego o meno. In questi giorni poi, in particolare, che scorrono come gli ultimi rigagnoli di un fiume che impotente cerca un varco verso il mare, anche la natura morta di una tela mi indica ciò che eesendo autorevole, mi appare in sogno. Sulla base del riferimento abbastanza esplicito ad uno dei più grandi poeti del novecento...è come se mi ostinassi nell'inseguire una figura ingannevole che vuole probabilmente attirare la mia attenzione verso quei lidi, quelle oasi dove i miraggi ti cambiano la vita. Ti immettono nel circuito delle trasmigrazioni. Dove non è detto che le transumanze di altri individui ti rendano meno difficoltosa l'ascesa. Sempre attualmente è come se percepissi nell'aria i segni quasi perentori ed inequivocabili di profezie. Non si tratta solo ed esclusivamnte di suggestioni da studente di Lettere, o di richiami monografici di parallellismi. Di fatti, mi capita di percorrere le vie, le strade della Piana. Questo luogo, lo sento mio. Chissà perchè. Dopo averlo scoperto anni orsono ancora me lo chiedo. Non è solo un amore legato alle connotazioni di tipo naturalistico o paesaggistico.Amo questo luogo, forse perchè non essendo mio, lo sento mio. Senza costrizioni o mistificazioni. Lo scelsi per nascondermi. Perchè il mondo mi faceva paura. Adesso, in una fine di agosto, durante la quale la fascia tirrenica della Sicilia è devastata da incendi di dimensioni spropositate e da venti di scirocco, Via Kennedy, primo trampolino dopo "l'avamposto" della Senazza, mi appare come un via vai di moscerini. A dedine, a decine...forse a centinaia...Spaesati, disorientati. Scappano dai campi assolati e dalle coltivazioni di vite. Ti sbattono addosso. Ti fanno riflettere ed esemplificano. Mi sembra un episodio Biblico. Sempre nella Piana, ma non solo, dal cielo sembra scendere cenere. I forti venti hanno si trasportato i segni della combustione qua e la, ma non posso esimermi dal concepire anche questo come un segno. Altra visione, forse più eloquente di altre, risale non ai giorni attuali, ma ad una settimana e mezzo fa circa. Decisi di percorrere Via Pezza del Pioppo, uno dei miei luoghi geografici e mentali al quale ho dedicato un componimento che ormai mi ha reso noto diciamo...Proprio qui, al di sopra di un muro che mi sembra aguzzo, si "ergeva" una figura emblematica, che mi ha fatto davvero riflettere. Mi trovo dinanzi ad un gatto. Aveva un occhio chiuso, ed un altro aperto. Presumibilmente era malato. Mi sembra che riportasse segni evidenti di ferite. Era come se fosse stato azzannato. Sta di fatto che mi guardava. A conclusione di quest'incontro, eccomi ad una curva dalla quale puoi assistere al passaggio di un mezzo di trasporto fatto vita: il treno. Restai solo qualche istante, prima di dirigermi altrove. A ridosso della strada cumuli di rifiuti. E stavolta, un particolare inedito svela l'intarsio di questo ordito tra sogno e realtà: una donna intenta a frugare proprio tra i rifiuti.(...) Solo un elemento, solitario, forse attende di essere considerato. Un vecchio divano. Accatastato. Quasi volesse far si che un pubblico di spettri, attualmente guardinghi ed avvinghiati tra le coltri di nebbia, faccia la sua apparizione e possa così, accomodarsi...E come se non bastasse, mentre cala ormai la sera e le paure apparentemente si dileguano, la costa, che si intravede dal mare, brucia. Divampano le fiamme. In uno scenario da inferno Dantesco. Ci si ritrova sempre lì comunque. O meglio, mi ritrovo sempre lì. In quel planetario desolato e desolante dove piuttosto che contemplare l'estasi, mi accingo ad osservare quel che accade. Da un pertugio però. Discreto. Presente. In quella parete scrostata ed ammuffita. in questa soffitta, di questa casa incampagna dove se ti rifugi, hai la certezza che non verrà a cercarti nè un acquirente, nè un incaricato da una qualsivoglia agenzia immobiliare.(...)"

venerdì 17 agosto 2007

La palude del giorno: stratagemmi ed oblii di un canto d'amore

"...Lo sento lontano. Lontano come il vento che spazza via perentorio, il rigagnolo dell'annaspante tifone. Lontano, come il luccichio delle stelle inframezzate dalle coltri lunari, al di sopra di uno specchio salato. Lontano, come quel fiato che irrigava i campi del quotidiano, attraverso un appuntamento usuale e non privo di silenzi fatti scorza di un sacrilegio. Lontano, come il sussulto di ogni vagabondo, a caccia di un nuovo barlume di speranza, in quella calura estiva fatta sorriso di un morto. Lontano, come il cavallo di battaglia. Si proprio così. Lontano come un'urgenza. -Ma adesso vicino come un' assenza.- La solita. Lontano come un'emozione. Lontano come una corsa assurda verso il patibolo dello stesso tabernacolo, ormai taverna di malelingue. Lontano come il carion che ti sveglia, anche all'alba, quando fai finta di dormire. Quando lei non esiste, eppure attendi ogni sua avanzata, ogni suo ritorno. Ogni plausibile accenno di espiazione. Ascolti le campane e non fai altro che rendertene ancora una volta conto. Lo senti si...Ma lo senti lontano...Lo sento lontano anche adesso che non mi ami più. Hai fatto si che ogni microcosmo si perdesse nello strazio. Mi hai ucciso e te ne sei andata. Non hai neanche pulito le tue lame. Sei scomparsa facendo paura ai lampi, ai tuoni, ai fulmini, ed alle saette. La scogliera è ancora fragranza. Si, di quell'amplesso. Di quel tuo fondere la menzogna alla castità. Lasciando in dormiveglia uno dei tuoi tanti amanti. D'altronde le vestali ti attesero incaricate dal fuggiasco, di disperdere il vento di un amore oltre quello stesso rigagnolo pestilenziale...Percorrendo quel viale che quasi "volteggia"dinanzi al colonnato, ammiro e contemplo i rilievi che ti dedicai. Una tela giace ormai esuberante dopo l'infame gesto. La melodia non risuona più. Gli orologi si fermano, e tu passi col tuo nuovo puttaniere...Non passa notte per me senza guardare quel cristallo. Lo stesso eden di vela notturna si intristisce quando un sorriso smorzato nasconde il terrore che serpeggia vittorioso. Ti dedicai vita, peripezie, odi, madrigali, ballate e sonetti d'incenso ed incantesimi. Mi hai abbandonato. Ed io? Io lo sento. Si lo sento eccome. Lo sento sempre e comunque lontano..."

mercoledì 15 agosto 2007

Un componimento sulla scia della riproposta esistenziale di un volo d'amore.


"...Ci sono alcuni miei componimenti, che hanno segnato le distillate e coagulate parvenze. Ci sono alcuni miei componimenti, che hanno in un certo qual modo, selezionato il fermo-immagine su di un parcellizzato stand-alone, dove piangere era vietato. Ci sono alcuni miei componimenti, che più di altri raccontano circa quattro anni di storie d'amore in locations sparse ma non perse...tra i labirintici ecosistemi di un lacero contuso inganno.Ci sono alcuni miei componimenti che parlano di una donna.
Ma questa è un'altra storia."

"TUTTI IN CALIBRATA"

Dedicata al vortice di questi anni di avventure. 1986-2007

Dedali, bivi e strade assolate
di periferie immaginarie nella Piana
ricreata del quotidiano.
Colori cangianti di fluttuanti ideologie,
immortalano sguardi in cerca di orizzonti
istantanei.
Spighe lucenti, al sole di S.Pietro,
atterriscono istanti che in un canto
di gioia rivivono.

Anni di gioie e astruse carambole, dinanzi al
fiato inesorabile.
- Non più di un altro tramonto immortalerai,
e chissà quali addii soggettivi disperderai.-
Echi di una memoria fanciullesca.
Via Tre Monti. L'inizio e la fine.
Purpuree nebulose che nel fermo
immagine,conducono il pellegrino
alla curva dell' evocativo.


I marciapiedi ed i solchi di una corsa del sorriso.
Le sere di brine ormai lucide tra le maree di
passeggiate, nel consueto.
- Luci soffuse vedrai ancora una volta.
Visi, sguardi, sincerità,
e mistificazione. Sulla sterpaglia di ieri,
solo moribondi cani
ad allentar la morsa del buio luminoso.-

Un inno a calici di festa. Un supporto, la cornice
per la celebrazione che di dadaismo possiede il
saluto, che amaro, pone i veli dell'incompiuto.
-Schiere di donne scorgerai dalle marine essenze.
Le contemplerai dalle tue stanze. Ricorderai quelle
dolci essenze, e l'ebrezza di baci rubati anche
quando, dell'alba, scorgevi solo le parvenze.-


UN SALUTO ALLA CALIBRATA CHE NON C'E' PIU'.
UN PROGETTO CHE IN SOGGETTIVA POTRAI PORTARE
AVANTI ANCHE TU.
SE IL RICORDO DEL GRUPPO DI ALFIERI VIVO TERRAI,
DEL CANTO DI AMORE E LIBERTA', NELLA PIANA ANCORA
TORNARE VORRAI.

martedì 14 agosto 2007

Investigazione psicoanalitica indotta, su soggetti a rischio

"...Per certi aspetti, a dire il vero, ero intenzionato ad eliminare il post precedente a questo. Non perchè io sia pazzo o schizofrenico, come qualcuno afferma senza mezzi termini, ma per il semplice fatto che il Progetto, del quale spero di poter spiegare il tutto a chi fa finta di non capirlo tramite un libro di prossima pubblicazione e distribuzione in ambito universitario, è soprattutto la ricerca lucida e paradossalmente onirica di un senso. Di un motore immobile che riesca a convogliare quei moti dell'inerzia proprio oltre i confini delle regioni remote dell'anima. La Ricerca Calibrata non è stata "un mezzuccio per far soldi"-con tanto di filmica citazione-, ma bensì una grande storia. Una storia che mi ha visto e mi vede in bilico sul trapezio dell'esistenza. intento nell'alternanza delle varie pieces , durante le quali, indosso e tolgo la maschera...con tanto di enigmatica costrizione al mio seguito:
Toglierla mi mette in pericolo? Chi mi conosce davvero, come Danilo? In un rifugio Amletico, dove le ombre seguono la peripezia di un ultimo barlume da candela e candelabro. Mi sembra di assistere a questa scena. Ovunque io mi trovi, di recente. Un 'altra precisazione...Sul palcoscenico, dopo l'inchino, salutando la folla che ti applaude, sei davvero sicuro di non essere solo un oggetto, da usare quando il prossimo ne ha bisogno?"

-Ringrazio chi mi conosce e sa davvero quali sono i miei intenti...-

venerdì 10 agosto 2007

La chiamata e l'apologia dell'amore

"(...)Non è affatto facile sondare in un certo qual modo quelle remote regioni di quella che appare, come l'avanzata della stessa proliferazione di essenze in attesa di germogliare tra i campi che si specchiano dinanzi all'alabastro e dinanzi alle distese marine.
Ad ogni modo, la mia esperienza africana sarà soltanto il preludio, di un'altra esperienza che spero possa essere davvero una sorta di "correlativo oggettivo", a seguito di una moltitudine di riflessioni che balenano in me, al di là di condizionamenti di vario genere e tipo...
Ormai è da dare praticamente per scontato: entrerò nell'ordine dei salesiani. Il mio progetto, a seconda di quelle che saranno le direttive prevede in ogni caso di proseguire gli studi. Di fatti, potrei conseguire la laurea in teologia così come prevede il percorso di formazione di ogni sacerdote.
Mi accoglierà così questa congregazione della quale in un certo qual modo faccio parte da circa quattordici anni, fatta di presbiteri e di fratelli laici. Devono essere ancora chiariti inumerevoli dettagli, ma personalmente vorrei tanto attivarmi presso una delle comunità salesiane che operano in Madagascar. Ecco questa è una delle tante idee. Un'idea per rispondere a quella che appare come la vera natura. La vera natura del sentimento per antonomasia. Una sorta di ipotassi della poetica della vita a mio avviso...Sia chiaro, non voglio assolutamente concatenare in maniera metaforica, i percorsi ed i discorsi che sono pregnanti di metonimie e di deliri.(...)"

Continua...

giovedì 9 agosto 2007

Africa


Mi giunge notizia, che questo blog, nato a seguito delle richieste di alcune ragazze che si definivano incantate dei miei versi, a differenza di quanto può sembrare, è molto seguito.La cosa mi lusinga oltremodo, davvero. E' proprio per un "debito" di riconoscenza che al momento non lo farò eliminare dal web. Indubbiamente la dinamica controversa legata alla trasposizione di opere in poesia attraverso internet, appare diametralmente opposta a quella che mi ha visto esordire come appassionato di poesia ed amante del poetare...Da piccolo, dedicavo vari scritti agli innamorati. Ricreavo mondi che apparivano solo ed esclusivamente, perchè paradossalmente celati in appositi "scrigni" della coscienza o perchè illuminati da flebili bagliori da lampada e scrivania.
(...) Proprio per ringraziare chi mi segue con affetto, tengo a precisare che presto mi trasferirò in Africa. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Cinematografia, (che sto per conseguire un po dopo, per via delle collaborazioni giornalistiche che mi vedono sempre impegnato) prenderò parte ad alcune missioni di pace.Appariranno quindi dinanzi all'orizzonte di quelle costellazioni terrene, sconfinati ambienti ed ecosistemi, specchi riflessi di una "cartografia" dell'anima che attraverso le essenze, tra mente e cuore, cerca di spaziare.Tra le Savane e le foreste pluviali, è come se volesse germogliare la mitigata onnipresenza di un'assenza.(...)

martedì 7 agosto 2007

"La morte gioca a mosca cieca con l'incredulo fuggiasco." -Frammento uno-



"...Mi hai lasciato agonizzante.
Mi hai lasciato senza preda.
Mi hai lasciato nel costipato campo semantico
di una coltellata.Io, solo. Dinanzi alle tue labbra.
Parvenza di chiar di luna. Le stelle lacrimano
e irradiano l'etere, tinto da gelsomini e rose scarlatte di
avanzata cimiteriale per gli zombie di oggi.
Gocce di sangue sulla tenda che fluttua.
Il tuo corpo nudo che allontana le pulsioni e sfiata
gli immobili liquami..."

lunedì 6 agosto 2007

"Signori, si chiude."

"Sono tanti, forse troppi, i motivi in funzione dei quali un'avventura, una trasposizione finisce.
Finisce, ormai sembra scontato, il funambolico "assemplare" le mie riflessioni, le mie poesie, i miei deliri, i miei sogni, le mie attese, le mie speranze, le mie angosce, i miei pianti , i miei voli pindarici, le mie fughe, le mie scomparse, le mie apparizioni, i miei amori, le mie amicizie, le mie storie, le mie visioni, i miei tormenti, le mie paure, le mie gioie, i miei dolori, i miei onnipresenti addii, e chissà cos'altro... attraverso questo blog. Spero di trovare il modo di spiegare, a coloro i quali fossero interessati, i motivi di questo epilogo. Al momento posso anticiparvi che non disdegnerò dall'inserire almeno due post, che possano enucleare ciò che sembra ormai dato per scontato e come irreversibile...."

sabato 4 agosto 2007

Una risposta ti uccide.

"...Ci sono risposte che non raggiungono la percezione. Ci sono risposte che non riescono in maniera perentoria, ad erompere. Ci sono risposte che fluttuano, galleggiano, serpeggiano...Ci sono risposte che coesistono accanto a noi. Le sentiamo vicine. Si materializzano proprio a fianco dei nostri desideri che sopiti, muoiono, lasciandoti solo a meditare un suicidio.Ci sono risposte che raccogli per strada. Un po per ingannare il tempo. Un po per dar vita ad un vaniloquio che possa diversificarsi dai tanti monologhi che hanno specchiato un'oscura metà del tutto stilizzata.Ci sono risposte che leggi nello sguardo di una donna. Queste, ad esempio ti straziano. Ti uccidono lentamente. Il lume della ragione, è un'Itaca le cui particolarità sono inenarrabili...Ci sono risposte che ti svegliano nel sonno. Ti lasciano come un moribondo che ha perso la strada. Come un accattone che sogna al di sotto di una palma, per fuggire dallo sguardo dei testimoni del mezzogiorno.Come un cane che ha deciso di seguire i ciottoli e le sabbie, bagnate, ancora umide...accarezzate da acque cristalline che sfiorarono il corpo di quella dea per la quale ho deciso di compiere un giro, l'ultimo, prima di specchiarmi nelle acque di un pozzo.Un pozzo che magari mi farà compagnia. Anche quando, come al solito, di me non resterà che la volontà di essee dimenticato. L'imperativo categorico di assoluticizzare il conformismo, per sminuire l'inutile fatto menzogna, agli occhi di molti, sacrilega.Del resto, ci sono risposte che non giungeranno mai alla tanto agognata percezione...Ci sono risposte che valgono per i sordi,altre che valgono per i ciechi.Altre che per i muti sono essenziali ed avvinghiate al ramo dell'essere.Ci sono risposte che nella fattispecie mi hanno già ucciso. Davvero...Risposte che non pensavo di dover analizzare...che consideravo troppo lontane e praticamente eterogenee da impedire una traversata. Intanto la mappa stellare affastella, coagula e traccia quei sentieri ch esistono ed aprono alcuni, ma forse tutti, ta gli orizzonti. Si dice che un' isola è spesso il luogo ideale per un approdo. Per chi ha paura, e non riesce più a vivere. Per chi vuole salvare il salvabile, e trema consapevole di causare danni irreparabili, ma che, se si dovessero avviluppare (e spero propro di no) indubbiamente non saranno nati intenzionalmente, grazie all'estro che ormai è stato spazzato via..."
-Una spiaggia...interno-sera- Isolamento silenzioso, dramma di un tipo nervoso. Se ne sta zitto, pensando che non dovrà più guardare gli occhi di "lei" ma quelli del soffitto, in questo ennesimo subaffitto...Eccolo lì l'indomani, è ancora zitto...-

giovedì 2 agosto 2007

-La membrana tattile che svela i contorni del tuo vissuto, amore, amore mio...-




"...Nella morfosintassi del vissuto , si cingono in solitaria il capo, quelle figure retoriche che emergono dai fondali ormai setacciati da uno scandaglio, che è lo stesso elettrocardiogramma di un non amore da manuale.Cerchi di giustificare la partenza, immortalando le tue stesse analessi che invogliano il pellegrinaggio ad abdicare dinanzi all'effimero cristallo della prolessi.La stessa sinestesia è un eco purpureo che avviluppa i moti lattiginosi. Oggi giorno non ti resta che sfalsare la congettura attraverso un amore che ti vive accanto, che scruta i tuoi stessi passi, perdendosi e ritrovandosi nella clessidra del tempo che mette in opera la scalinata dell'età.I nostri pensieri rendono il processo di deglutizione ancor più arduo. Un nodo in gola ti strazia. Il respiro si fa affannoso. Il cuore impazza, ed il tempio si fa simulacro della perdizione fatta meritocrazia di funamboli. L'irrazionale ha il sapore indefinito di un curioso ed acro suono di violino notturno. Tra le piazze solo una a scintillare, quasi fossero lì, i diamanti di una collana, donata ad una lei meditabonda ed affascinante a tal punto da toglierti il respiro al suo semplice passaggio. Un vero peccato però, ritrovarsi sulle spiagge deserte, dove i sipari che non esistono vengono pedissequamene aperti e chiusi...presentando il tragi-comico della disperazione che in un' estasi da volo lunare lascia i malfattori, i detrattori, i critici eventuali intenti a scolpire o ad eliminare (ingannando, accecando , e confondendo) quelle pietre di basalto, fuliggine, conchiglie, felci, salsedine, e muschio intirizzito dove "lei" passò..."