venerdì 17 agosto 2007

La palude del giorno: stratagemmi ed oblii di un canto d'amore

"...Lo sento lontano. Lontano come il vento che spazza via perentorio, il rigagnolo dell'annaspante tifone. Lontano, come il luccichio delle stelle inframezzate dalle coltri lunari, al di sopra di uno specchio salato. Lontano, come quel fiato che irrigava i campi del quotidiano, attraverso un appuntamento usuale e non privo di silenzi fatti scorza di un sacrilegio. Lontano, come il sussulto di ogni vagabondo, a caccia di un nuovo barlume di speranza, in quella calura estiva fatta sorriso di un morto. Lontano, come il cavallo di battaglia. Si proprio così. Lontano come un'urgenza. -Ma adesso vicino come un' assenza.- La solita. Lontano come un'emozione. Lontano come una corsa assurda verso il patibolo dello stesso tabernacolo, ormai taverna di malelingue. Lontano come il carion che ti sveglia, anche all'alba, quando fai finta di dormire. Quando lei non esiste, eppure attendi ogni sua avanzata, ogni suo ritorno. Ogni plausibile accenno di espiazione. Ascolti le campane e non fai altro che rendertene ancora una volta conto. Lo senti si...Ma lo senti lontano...Lo sento lontano anche adesso che non mi ami più. Hai fatto si che ogni microcosmo si perdesse nello strazio. Mi hai ucciso e te ne sei andata. Non hai neanche pulito le tue lame. Sei scomparsa facendo paura ai lampi, ai tuoni, ai fulmini, ed alle saette. La scogliera è ancora fragranza. Si, di quell'amplesso. Di quel tuo fondere la menzogna alla castità. Lasciando in dormiveglia uno dei tuoi tanti amanti. D'altronde le vestali ti attesero incaricate dal fuggiasco, di disperdere il vento di un amore oltre quello stesso rigagnolo pestilenziale...Percorrendo quel viale che quasi "volteggia"dinanzi al colonnato, ammiro e contemplo i rilievi che ti dedicai. Una tela giace ormai esuberante dopo l'infame gesto. La melodia non risuona più. Gli orologi si fermano, e tu passi col tuo nuovo puttaniere...Non passa notte per me senza guardare quel cristallo. Lo stesso eden di vela notturna si intristisce quando un sorriso smorzato nasconde il terrore che serpeggia vittorioso. Ti dedicai vita, peripezie, odi, madrigali, ballate e sonetti d'incenso ed incantesimi. Mi hai abbandonato. Ed io? Io lo sento. Si lo sento eccome. Lo sento sempre e comunque lontano..."

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