martedì 17 luglio 2007

"I tralicci spettrali di Via Bastione"

"Convogliano le percezioni altrove, quelle
siepi, quelle ginestre, che ammutolite
dal fervore di momenti resi ormai immancabili
ed arcinoti, si ergono in quella via dei tempi andati.

Le campane si odono già, ed i meriggi
sono un valzer di frescure, attraveso i tunnel di calure
fatta piroetta su di un trapezio che è la vita mia.

I vecchi muri, assaporano il grigio divenire.
Porte spalancate. Moribondi e cadaveri riesumati
sorridono o fumano, attraverso le grate
ormai logore.
Un soffio di crisalide proviene dalla radura
della veccha torre. Gli acquitrini sono il cenacolo
di vespe e tafani, in mezzo ad un eden di lussuria fatta
assurdo.

Il portale di muraglia accoglie gli odori aspri,
di vite e spazzatura, arrostita da soli onnipresenti.
Il buio avvolge l'uscio, e non chiede permesso
per rinfrancare il pellegrinaggio furtivo dello sguardo
di un testimone assente.

Un carion di morte. L'eco di musiche dei tempi andati.
Ruote e cingolati straziano l'asfalto ormai soglia
di un inferno reso paradiso.

I bimbi accorrono. Le frescure si innalzano e sciamano
le peripezie nella ricerca di sollievo.

Camion assiepati. Vecchi convogli. Carrozzerie semi deserte,
mentre una moto ape segna l'avanzata degli entusiasti.

Trafiggendo il cuore della nuvola del silenzio, guardo il
vecchio fiume.
Un campanile e la valle in cui svetta quasi fosse
sempre stata lì, la cittadina limitrofa.
Un vento di benedizione, per i campi bruciati
ed allietati dai lamenti e dall'abbaiare di pochi
disgraziati randagi.
Sollevo lo sguardo. Delinea il flusso di un destino...
Si, quel traliccio. Il traliccio spettrale, che assieme
agli altri,conclude il percorso, che interrotto,
da una delimitazione, accoglie i pochi eletti attraverso
il letto di un fiume, di presenze salmastre e
canali senza acqua, senza nemmeno quella proveniente
dagli scoli di fogna..."

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