giovedì 5 luglio 2007

Nuovo componimento: La cometa ed il giullare dietro il sipario.

-La cometa ed il giullare dietro il sipario .-
Schianto attudito da pietre, nel basalto di coriacea
esistenza non tangibile.Sfiori il sussulto di notti in gola.
La tenda variopinta scandisce i respiri.Le fioche
stelle sembrano udire i marasmi del quotidiano.
Scacci le vespe. Oltretomba della menzogna.Immagini
granitiche nel candelabro color malva.
Fiamme di camini ed eros di edere.Sciami di
vespe ad addolcire le morti di un idiozia fatta
passaggio terreno.Il cimitero dell'assenso
ha perso le perle in uno sciame cosmico.
Lo percepisco. Ti senti inebriata dai candori
della savana fatta desiderio. Bruci nelle carni
che azzanni nel vago. Nella vergogna ti rifugi.
I muri di cartongesso sono distrutti dall'oblio
dell'eco.La non parvenza ti attende.
Nella notte dei lampi cambiasti il fuso orario.
Portasti con te i libri e quel fanciullo.
Le gomme dell'autobus setacciano la fine.
Le strade sono tombe della vita spesa nella
miseria.I cocomeri sotto le fuliggini delle
guerre fratricide spezzano quelle catene
immaginarie.Il folle non riesce ad immaginarti.
La caverna, poi il cunicolo, ed ancora la steppa.
Luoghi non luoghi, mentre il quadro su in soffitta
irradia bagliori mentali.Le cornacchie ed i frastuoni
di clavicembali accompagnano l'avanzata dell'oscura
signora.Si guarda attorno silente. Il mercato delle
stoviglie ha dato spazio ai ramificati stereotipi che
il lupo mannaro cantò alla crisalide, in quella notte.
L'omicidio passò nella penombra.Una nuova sigaretta
e la porta che confusa,si chude su se stessa.
Le sei e quarantacinque. Si parte.
Il precipizio non esiste. Lo guardi dall'alto.
I tuoi biondi capelli mossi da venti e uragani mentali
e di salsedine. Il tuo viso d'angelo che nel fragore
di un'esplosione a largo, oltre la boa dell'immaginazione,
irradia gli specchi marini tinti da rocce grigio perla.
Il tuo sorriso orienta i gabbiani che ansimanti
cercano un battito d'ali per non distrarsi e
fuggire dalla tua beltà.I tuoi occhi di nebbioso
nevischio ,trovano la pace dei marinai.
Una scialuppa si perde nelle acque del lago salato.
Il corno di un sussulto. Nella cantina hai spaziato.
Tra muschi e licheni, le vecchie foto.
L'abito nuziale ed il frack.Il campanello
urla nel mortorio delle tredici.Lo scuolabus impazza.
Tu, sola: lo specchi ti conosce, allunghi la mano.
Dalla culla si sveglia l'ora. Corri: frescura di essenze
vitali nel convogliare i sospiri alla serata.
Si brucia la stessa aria, quando cerchi di
respirare.Percorri la via che ti nasconde
dai transiti sub atomici e dinastici.
Le sterpaglie non hanno un nome,
ed i vecchi caravanpercorrono quei bivi
inesistenti che addomesticano le mandrie
urbane al pascolo.Il frumento marcisce
dinanzi alla carrellata laterale del tuo sguardo.
Il silenzio e la parola delle serpi,cingono il tutto
di logicità planetaria.
Cozze ormai umide di morte ed il grande saggio che
trionfa al club delle carte pomeridiane.Hai dipinto
la parete bianca dei tuoi ricordi con un assurdo
galeone. Itaca è la soglia mobile,mentre
una giovane donna piange la sua verginità,
in quel sottopassaggio annerito dall'esplosione
di un cassonetto dell'immondizia.
Furono strazianti le tue urla. Sanguinasti
nel terrore di mettere al mondo uno, due, tre,
quattro, figli dietro quelpuzzle che è la vergogna.
- Bianca scogliera lunare. Un tipo solitario da lì
sta a guardare...-
-" Pozza misericordiosa taci. Rendi cauto e calmo quel sacrilego individuarsi, tra le pezze in disuso di una violenzasessuale. Il campo, arato non ha spazio per gli agricoltori.Il muro antico, distrutto, spazzato via, piange dei mattoni attoniti ed intontiti sull'asfalto logoro.Le palle di fieno immortalano il quadro piagnucoloso.Lo spettatore ha già urlato. Solo la sua mente a fargli compagnia.Le api nel pomeriggio ballano attorno ai becchi umidi di fogne.Le sedie sono soglie della morte e il cantastorie mette i sigilli.Si lascia dietro se quella curva che non c'è più, ed i fiumidi molecole di pazzia."

Barbagianni contro barbabietola. Alabastro intorno
a noi.L'archeologia del tuo vissuto sfoglia
le pergamene ritrovate.Ti guardo dalle
vetrate che conducono alla navata.
Seguo la scala a chiocciola, e mi rifugio
tra gli scaffali a confortare...
La clessidra del mago d'ogni giorno
ci ha lasciati assopiti nell'amplesso
onniscente.Ti ho perso e cercato in
quelle ere dove il mare inonda lo spazio.
In quelle ere in cui sole e luna si sposano
per morire in riva alla crosta terrestre.
In quelle ere in cui il pomeriggio non
è altro che il balzo di un cieco verso
l'orizzonte di un sordo. In quelle ere
in cui le belve del sesso profanarono
il tuo amore e ti lasciarono oltre il...I
n quelle ere che si confondono e perdono
con il cuneo errabondo di una passeggiata
in via dei salici 34.In quelle ere in cui un
vecchio ed una ragazza fanno l'amore in
punto di morte.In quelle ere in cui le
botteghe aprono e chiudono.In quelle
ere in cui le stelle si accendono se tu respiri,
piangi, e guardiil cielo notturno.In quelle ere
in cui il papavero arrossisce ed il flauto
invoca gli amanti solitari che dall'uscio
in poi si ubriacano.In quelle ere in cui frasi
e scritti si fondono nell'opera che
ti dedico: la vita mia.
Fù proprio così che il giullare addomesticò il silenzio.Si mise la maschera. Agghindò la stanza con fare delirante e fischiettò dinanzi al cande del vicino,cercando uno spaventapasseri a cu parlare quando fuggiva nei campi a cercare tombe.
-Guardai attorno a me per cercare il vuoto.Voltai e rivoltai lo sguardo per perdere il senso.Il cosmo rivive nella cantilena della menzogna.Il vivere riecheggia nel flusso esistenziale.Il buio avvolge ogni briciolo di silenzio.La luce soffoca ed i gemiti di un'iridescenza si straziano convinti che è finita.
Non sento, non vivo. Non ci sono.Sono pronto per lo show.Nel nulla...nel nulla...ti cerco amore mio.Donna con un volto che scaccio dai miei sogni per non morire ancora di più non vedendo il tuo avanzare.Cerco di fendere l'aria ma solo l'impercettibile attorno a me. Allungo il balzo di un sussulto per riaverti ancora mia.Soffio sulla polvere che mi fa compagnia.Allungo i sentori pallidi di mezzelune per giocare col tuo senso.Mi ritrovo solo alla seduta delle anime perse.Un costipato involucro di comete senza tracciato di tela nera.Un pianto che è lo strazio finale. Si spalanca la porta. La luce inonda il nulla. Ricordo amore mio...ti baciai in sogno. Il tuo manto è qui con me.-
...




1 commento:

Elisa ha detto...

Semplicemente stupenda. Non aggingo altro. Forse ti potrò sembrare un po' avara di parole,ma se ne sprecano tante, oggigiorno.E a me non va di sprecarne. Però,ora che ci penso, una cosa da aggiungere c'è. E cioé questa: Complimenti, Danilo. Continua così..

A rileggerti!
Elisa