"...A ritmo frenetico in questi ultimi giorni di Dicembre che ammaliano il sognatore, il poeta, ed il fuggiasco, o qualunque altra creatura che vagabonda e meditabonda si aggira tra le Piane della realtà geografica e del solstizio da vestibolo psichico/allucinatorio, si sono susseguite le mobilitazioni per la Calibrata 2008. Da parte mia, non posso far altro che ringraziare, tutti, ma proprio tutti i componenti del nuovo cast artistico. Fanciulle, nuove Muse, nuovi saltimbanchi, nuovi giocolieri, nuovi buffoni...insomma non manca proprio nessuno per l'adunata del nuovo progetto. Grande commozione ho provato per il recital svoltosi qualche giorno fa a S.Pietro di Milazzo, dove ancora una volta il poeta Carmelo Coppolino Billè attraverso i suoi versi, ha sottolineato l'importanza del progetto, inteso si, come espediente del vissuto, ma anche come importante crocevia di anime. Lo scambio e l'interscambio delle aspirazioni intese ad andare oltre le depressioni e le delusioni del reale, è una sorta di motore immobile dunque, attraverso il quale ogni piccolo gesto può regalare un po di gioia a chi, errabondo o emarginato, l'ha perduta lungo la strada."
-Rivolgo di cuore, un ringraziamento particolare ad Irene, a Maria Erminia, ad Elena, ad Anna, a Barbara, a Veronica...(alcune tra le collaboratrici del nuovo progetto) e a tutte le fanciulle che forse, proprio per timidezza dell'autore, mai, leggeranno le poesie che ho loro dedicato.-
domenica 30 dicembre 2007
venerdì 28 dicembre 2007
Il Blog riapre.
"Questa trasposizione, che si evolve tra le peripezie, tra i trapezi e le intercapedini di un balzo lunare, continuerà in un certo qual modo ad inverarsi nell'ordito di chi, vorrà fare un giro in questi lidi cinti di telematicità. Ringrazio la mia dolce musa di Roma, che ha insistito affinché i veli di timidezza venissero ,almeno per ora, allontanati per nascondere o non mettere in risalto i costipati rigagnoli di effervescenze mirate a nuove progettualità..."
mercoledì 19 dicembre 2007
sabato 15 dicembre 2007
Calibrazione di istanti
"Ogni attimo è di per se sacro e profano di una sorta di escamotage da segregazione alternativa. Mentre sto vagliando la possibilità di una prosecuzione per diventare anche Dottore Magistrale in Editoria e Giornalismo o in Filologia e letterature dell'Antichità, ecco che compaiono, quasi fossero un monito, alcuni miei recenti versi. Riflettevo proprio su questa mia "missione artistica" se così posso definirla senza che nessuno mi accusi di crearmi un altare virtuale, parlando con un decano e con un cattedratico della Facoltà di Scienze della Comunicazione, con il patrocinio della quale dovrei prendere parte ad alcuni stage...Le creature della notte, ridono, impallidite dai fasci lunari. Quasi come se l'eden da satellite naturale fosse già di per se la retrovia attraverso la quale, il porto sicuro è anche la meta di un' utopia fatta silenzio ed impotenza dinanzi al cambiamento ormai atto ed ineluttabilità. Come spesso accade, una figura si aggira tra le location del caso e del progetto trasposto. Tendendo la mano, sfiori quasi l'essenza di un peccato fatto sesso, così come non fai altro che crogiolarti tra le piogge di sabbie del destino, ormai coreografie dell'eterno. ...Leggendo questa fiaba tra le pagine del risaputo, ogni canto d'amore è una peripezia. Poche le soglie e le certezze. Spesso, la consapevolezza di esistere, scandisce ciò che resta. La luce dei riflettori, cela l'ordito ed il dietro le quinte. La strada delimita i contorni. L'imperativo fatto piece dei oggi e di chissà cos'altro assume le forme di un moto..."
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Frammento tratto da un mio recente componimento che ha per titolo "Il tuo viso nell'infinitesimale istante: La fanciulla misteriosa."
"...Ti ho persa, rincorrendo le penombre.
Nella foschia densa di pieghe di mattoni
e selciati autunnali,percorro quel viale
che sopraggiunse. Spaventato, piango
dell'ultimo bacio,e delle tue lacrime fuse
alle mie.Le nostre rugiade, in cristalli.
Su visi, il ciak di un addio.L'ultimo.
Proseguo. Lì.Il viso verso il terreno.
Eccolo il circo. Ecco la tensostruttura,
irradiata dai balli di clown ormai intristiti.
L'anfiteatro e l'arena di un urlo fatto
già inno, seguono quella traiettoria,
di un povero girovago...Qualcuno
narrò la storia. Le foschie
dell'inenarrabile, fecero abboccare
il guizzo del platonico cosmonauta...
Il ghiaccio, rende cristallo, la sparizione
di un subbuglio da traffico cittadino.
Il tuo volto argenteo tra la folla.
Un ultimo sguardo, ed il circolo
oltre il muro.Oltre l'angolo. Ti amo.
Vivo di questa ricerca. Ogni notte
aspetto la mezzaluna, per comporre
le odi alla fanciulla triste che compì
il giro, oltre il balcone, verso le
nuove spiagge di sabbie bianche
e stelle rosse di salsedine, odorose
ed ammalianti."
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Frammento tratto da un mio recente componimento che ha per titolo "Il tuo viso nell'infinitesimale istante: La fanciulla misteriosa."
"...Ti ho persa, rincorrendo le penombre.
Nella foschia densa di pieghe di mattoni
e selciati autunnali,percorro quel viale
che sopraggiunse. Spaventato, piango
dell'ultimo bacio,e delle tue lacrime fuse
alle mie.Le nostre rugiade, in cristalli.
Su visi, il ciak di un addio.L'ultimo.
Proseguo. Lì.Il viso verso il terreno.
Eccolo il circo. Ecco la tensostruttura,
irradiata dai balli di clown ormai intristiti.
L'anfiteatro e l'arena di un urlo fatto
già inno, seguono quella traiettoria,
di un povero girovago...Qualcuno
narrò la storia. Le foschie
dell'inenarrabile, fecero abboccare
il guizzo del platonico cosmonauta...
Il ghiaccio, rende cristallo, la sparizione
di un subbuglio da traffico cittadino.
Il tuo volto argenteo tra la folla.
Un ultimo sguardo, ed il circolo
oltre il muro.Oltre l'angolo. Ti amo.
Vivo di questa ricerca. Ogni notte
aspetto la mezzaluna, per comporre
le odi alla fanciulla triste che compì
il giro, oltre il balcone, verso le
nuove spiagge di sabbie bianche
e stelle rosse di salsedine, odorose
ed ammalianti."
venerdì 14 dicembre 2007
La riflessione e la clessidra: l' atto del tempo
"Commistioni ed interferenze tra cinema, teatro, e tv: ruoli, identificazioni, ed illusioni dello spettatore di oggi." Questo è il titolo della tesi di laurea, che ho discusso oggi a Roma, presso il museo dell'arte classica dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza". 108/110 è stato il voto finale, e tante le emozioni che si susseguono e che si sono susseguite. Di base, non ho l'intenzione di celebrare assolutamente la dignità dottorale attraverso auto celebrazioni, questo ruolo, questa farsa, la lascio ad altri personaggi. Più che altro considero il conseguimento di questa mia laurea, come il raggiungimento di un piccolo obiettivo di stampo esistenziale. Per il sottoscritto, erroneamente iscrittosi all'Istituto tecnico per Geometri (riportando in tutte le materie umanistiche la media dei voti relativi al 10) questa "diversificazione" parcellizza ed invera non tanto la qualifica di dottore nella etimologica evocazione di stampo storico e latino, ma piuttosto la trasposizione di anni da ginnasio.
Per il resto, non posso omettere uno dei particolari che oggi mi ha più colpito:un personaggio di spicco (conosciuto più o meno da tutti coloro i quali visitano questo blog) ha fatto la sua apparizione nella penombra omerica dell'aula adiacente la Gipsoteca. Lui. Aurelio. Un grande amico, che continuo a ringraziare anche in questa sede, formale nella sua costipata ed inverosimile scansione ed auto digressione, oltre i confini, oltre le soglie dello spazio e del tempo.
Per il resto, non posso omettere uno dei particolari che oggi mi ha più colpito:un personaggio di spicco (conosciuto più o meno da tutti coloro i quali visitano questo blog) ha fatto la sua apparizione nella penombra omerica dell'aula adiacente la Gipsoteca. Lui. Aurelio. Un grande amico, che continuo a ringraziare anche in questa sede, formale nella sua costipata ed inverosimile scansione ed auto digressione, oltre i confini, oltre le soglie dello spazio e del tempo.
martedì 11 dicembre 2007
A rileggerci...
"...So che molti, molti, molti personaggi, non vivono senza leggere questo blog. La cosa mi lusinga oltremodo davvero. Vi ringrazio di cuore. Ad ogni modo, sappiate che non ho davvero tempo per occuparmi di questa mia trasposizione on-line. Di fatti, il 14 c.m., conseguirò la laurea in Lettere.
Una tappa ormai, se penso che l'avrei potuta conseguire ben prima, se solo non mi fossi cimentato in varie attività giornalistiche."
Un saluto ai fedelissimi ed alle fedelissime.
sabato 8 dicembre 2007
Questa è un'avvertenza...
Si pregano i vari "commentatori anonimi", di contattare il sottoscritto tramite e-mail, se hanno proprio qualcosa da dire...o se hanno "frecciatine" da fare, pensando che la loro identità non sia nota... Questo blog, è uno spazio incentrato sul libero pensiero, e sulla libera trasposizione artistica. Per tanto, così come è già stato fatto, eventuali commenti che non risultino essere confacenti con gli intenti di questa "esposizione" on line, saranno eliminati.
Grazie,
Cordiali saluti
Grazie,
Cordiali saluti
venerdì 7 dicembre 2007
La scoperta: Plutarco ed il fascino dell'antico
"...L'autore della colossale opera " Le Vite Parallele", attraverso la quale vengono esposte le doppie biografie di ben 24 personaggi di spicco, ( una di queste andò perduta, o almeno così affermano gli studiosi) continua a stupire sempre più il pubblico di lettori che nonostante le diversificazioni spazio temporali, analizzano con interesse i nodi tematici che estrapolabili attraverso lo studio, rischiarano la tradizione fatta letteratura dell'antichità...D'altro canto al fondamentale apporto di tipo culturale, filologico, e contenutistico, oltre che filosofico, artistico e scientifico, si interessarono anche altri grandi autori della storia: Petrarca e Shakespeare... Nel contempo, per quanto mi riguarda, in un antico sito archeologico, resto a dir poco estasiato nella contemplazione di alcuni graffiti, risalenti all'età del bronzo, che appaiono su di alcune lastre... e su di un sarcofago. Tra i tanti libri mi prefiggo di trovare il tempo di analizzare ancor meglio il "De Iside et Osiride", sempre di Plutarco di Cheronea."
martedì 4 dicembre 2007
I luoghi del silenzio
"A mio avviso, entra in gioco una poeticità intrinseca ai c. d. "luoghi del silenzio" (le amiche del Dipartimento di Italianistica e Spettacolo capiranno)...Le biblioteche della Sapienza sono di fatti, il luogo naturale di supporto informativo e cognitivo alla didattica e alla ricerca superiori. Alcune di esse vantano una tradizione più che centenaria. Lo sforzo organizzativo per migliorare e potenziare l'accessibilità ai luoghi dove si svolge la massima parte delle attività di studio e di ricerca è rivolto in modo non secondario anche alla prestazione di servizi digitali, virtuali e interattivi. Specifici archivi istituzionali della Sapienza diffondono online le pubblicazioni elettroniche dei suoi ricercatori e le tesi di dottorato dei suoi studenti. Il Vrd (virtual reference desk), sportello virtuale delle informazioni, fornisce una guida nella ricerca di risorse di rete e nei servizi offerti dalle biblioteche della Sapienza per studenti, ricercatori, docenti e tutti coloro che siano alla ricerca di informazione e di conoscenza...Una delle location che più mi ha ammaliato, è senz'altro quella della Angelo Monteverdi, al terzo piano...Il resto è un sussidio ed una lavagna, dinanzi al puzzle lunare di un sorvegliante..."
mercoledì 28 novembre 2007
L'impercettibile danza del vissuto e la sfida dell'irrealizzato
Alcuni versi di autori, ad alcuni noti e meno noti, hanno accompagnato, ed accompagnano, le mie riflessioni notturne che nello stesso specchio lunare, tracciano quelle trame di un ordito ancora recondito e pregnante di allusioni non mistificabili...
"Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto."
Nazim Hikmet, Poeta turco
"Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto."
Nazim Hikmet, Poeta turco
lunedì 26 novembre 2007
25
"...Con l'occasione, tramite questo post, che qualcuno si starà accingendo a leggere, ringrazio le amiche della Facoltà di Lettere che hanno deciso di darci una mano per il recital di prossima realizzazione. Spero di potervi rispondere al più presto...Oggi, nella fattispecie il sottoscritto fa il compleanno...Non è che si stia organizzando niente di particolare. Dinanzi a me, libri e la tesi...Ma si vocifera che qualcosa si muova...per quanto concerne le opportunità serali di attivazione. Non ho molto tempo per occuparmi del blog. Ad ogni modo, una delle liriche inedite è incentrata proprio su questa scansione temporale. Un'epoca è stata segnata, e l'incanto, quello dell'idillio per natura, si illumina di evocazione: passato, presente e futuro, nello scandire i passi..."
sabato 24 novembre 2007
Il Nuovo Canzoniere
"...Il titolo del nuovo canzoniere di liriche del sottoscritto, del tutto inedite, sarà il seguente : -La luna e le dame rugiadose di lapislazzuli notturni, tra le malve d'amore.-Tema nodale della trasposizione, dedicata alle leggiadre fanciulle, di timidezza avvolte, è proprio quella del contenuto imprescindibile dello stesso manifestarsi dell'amore che per certi aspetti ti invita al connubio, dinanzi al miracolo del Creato e della magniloquenza di una fenomenologia non costipata, come in passato..."
In itinere, per la gioia dei pochi amici che "frequentano" questo blog, saranno inseriti dei frammenti.
In itinere, per la gioia dei pochi amici che "frequentano" questo blog, saranno inseriti dei frammenti.
lunedì 19 novembre 2007
La vera poesia del teatro
"...E' per il sottoscritto una grande gioia, nonchè un onore, dover comunicare l'importante messa in scena del "Faust" di Goethe al teatro Quirino di Roma, ad opera della compagnia teatrale per antonomasia: la Mauri-Sturno. Lo spettacolo verrà proposto al pubblico fino al 9 Dicembre, e l'interesse per la drammaturgia trasposta dal cast artistico diventa sempre più avvincente...A tutt'oggi non riesco a credere di dover curare alcuni reportage giornalistici proprio sulla realtà teatrale Capitolina, con uno sguardo da cronista e da ammiratore...Ringrazio tra l'altro anche mio zio, esperto Capo elettricista per la suddetta Compagnia Teatrale che anche stavolta, si è cimentato con grande maestria..."
Grazie Glauco! Ti voglio bene! Grazie Zio Gianni, ti voglio bene!
sabato 10 novembre 2007
L'avventura del nuovo tour
Parte ancora una volta, il tour legato ai recital di poesia. Devo ringraziare non solo gli amici del Dipartimento di Italianistica e Spettacolo dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza", ma anche le amiche e gli amici turnisti della Cappella Universitaria, ed i vari collaboratori tra sacerdoti e parrocchiani, legati all'Ispettoria Salesiana Romana. Ci esibiremo parecchio ed io personalmente mi occuperò anche di apportare delle ultime modifiche alla tesi di laurea. Tengo a sottolineare, che probabilmente non avrò modo di inserire nuovi contenuti sul blog, essendo impegnato con moltissime attività a livello formativo, laboratoriale, sociale, artistico, ed esistenziale per non dire culturale.
Ringrazio chi mi vuole bene (e ricambio l'affetto) e si collega ogni giorno al mio blog. Vi alleghiamo uno dei manifesti dell'iniziativa. Grazie a tutti.
Ringrazio chi mi vuole bene (e ricambio l'affetto) e si collega ogni giorno al mio blog. Vi alleghiamo uno dei manifesti dell'iniziativa. Grazie a tutti.
giovedì 1 novembre 2007
La nuova locandina del Progetto 2007.
"...Si susseguiranno vari recital di poesia. Un ringraziamento è rivolto agli amici ed alle amiche della N.U.C.T. di Roma (Nuova Università del Cinema e della Televisione), per gli apporti di tipo logistico, indispensabili per rendere scena il recitare poesia. Un ringraziamento è rivolto anche alle amiche ballerine di danza classica, che si susseguono sul palco, tra una lirica e l'altra..."
mercoledì 31 ottobre 2007
Il nuovo Tour di Danilo Saddi: "Soggettiva 2007"
Saranno fornite in itinere, indicazioni utili per quanto concerne i nuovi recital di poesia, a scopo benefico, organizzati da Danilo Saddi. Un ringraziamento è rivolto al C.T.A.(Centro Teatro Ateneo) dell'Università di Roma "Sapienza".
venerdì 19 ottobre 2007
La Fondazione Piana Infinita: Storia della Calibrata, dell'unica Calibrata, progetto destinato a non finire mai.
"A grande richiesta, vengono inserite alcune foto relative al rito d'insediamento del nuovo cenacolo umanistico, fondato da Danilo Saddi. Il c. d. backstage, così come preannunciato. L'evento, molto sentito dalle nuove leve del progetto, ha visto la partecipazione straordinaria anche di Francesco Terragna, ormai personaggio di spicco di questo ensamble itinerante, che non finirà mai, per la gioia di tutte ma proprio tutte le esistenze altalenanti tra i trapezi dell'arzigogolato inganno che percepisci quando il vento di ginestre e nebbia marina, convoglia gli stessi respiri verso il nuovo fenomeno di un amore da tranvia e da guazzabuglio. ...L'uscio, ormai riverito ci immortala, e non resta che l'incanto di un quadro anno '60 penso. Una fontana ormai secca, ma visibilmente viva, nei tempi andati. Un vecchio muro, che accolse i fiati di innamorati. Un prato addolcito dai fiorami e dalle carezze dei fasci solari..."
continua...
***Un ringraziamento di cuore è rivolto all'amico di sempre Francesco Terragna, che con grande gentilezza ha realizzato e fornito, la documentazione fotografica.***
mercoledì 17 ottobre 2007
Il vaglio del tempo ed il setaccio fatto quotidiano
"...Poco prima che il novello 2008 veda i passi irradiati da fasci di soli e lune mai estinte, il sottoscritto avrà conseguito la laurea in Lettere alla "Sapienza" di Roma. Un passo importante, diciamo, ma se si considera che al giorno d'oggi le prospettive professionali per chi spazia in ambiti umanistici, sono davvero esigue, beh...questo "evento" segna anche un limito mio, affettivo. Amo da sempre le humanae litterae, e tra gli studi da autodidatta, giunge al termine così anche un percorso formativo statale ecco...Sto vagliando varie opportunità per il futuro, ed intanto mi dedico, tanto per cambiare, alla lettura ed allo studio."
Questi sono solo alcuni dei testi che leggo e rileggo prima di comporre versi al chiar di luna:
• Dante Alighieri, La vita nuova • Giovanni Boccaccio, Decamerone • Italo Calvino, Lezioni americane • Cesare Zavattini, Totò il buono• Primo Levi, Se questo è un uomo• Natalia Ginzburg, Lessico Famigliare• Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il gattopardo• Elsa Morante, L’isola di Arturo• P. P. Pasolini, Il sogno di una cosa• Carlo Emilio Gadda, La cognizione del dolore
Questi sono solo alcuni dei testi che leggo e rileggo prima di comporre versi al chiar di luna:
• Dante Alighieri, La vita nuova • Giovanni Boccaccio, Decamerone • Italo Calvino, Lezioni americane • Cesare Zavattini, Totò il buono• Primo Levi, Se questo è un uomo• Natalia Ginzburg, Lessico Famigliare• Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il gattopardo• Elsa Morante, L’isola di Arturo• P. P. Pasolini, Il sogno di una cosa• Carlo Emilio Gadda, La cognizione del dolore
domenica 14 ottobre 2007
Il Backstage dell'evento culturale 2007: La nascita della Fondazione "Piana Infinita"
Verranno inserite in itinere su questo blog, le foto scattate durante la cerimonia dell'insediamento del direttivo della Fondazione "Piana Infinita". Il cenacolo umanistico fondato da Danilo Saddi, vede protagonisti alcuni personaggi di spicco del parterre nazionale ed internazionale. Un ringraziamento è rivolto di cuore, a Francesco Terragna ed a tutte le donne che con prontezza e maestria, si deliziano nell'avvicendarsi secondo le scalette organizzative, pianificate dal management della Mauri Sturno di Roma. Grazie, grazie a tutte.
fonte Calibranews
sabato 6 ottobre 2007
Tanta voglia di Calibrata
Tanta voglia di Calibrata.
"Un grande successo! Una storia che si ripete e che non finirà mai. Il nostro impegno di oggi è il segno tangibile che al di là dell'attivazione in questi luoghi, noi della Ricerca Calibrata saremo sempre qui nella Piana, anche solo ed esclusivamente ideologicamente ed attraverso le infinite vie del pensiero". Sono queste le parole di un entusiasta Francesco Terragna, ancora una volta esponente di spicco del Progetto, che oggi in compagnia di Danilo Saddi, ha ufficializzato la nascita della Fondazione "Piana Infinita". Tra le attività del cenacolo umanistico, la sensibilizzazione rispetto all'arte della poesia, unico mezzo per rendere tangibile il pellegrinaggio del moto dell'anima, divisa tra l'amore, il pulviscolo esistenziale ed angelico ed ovviamente la figura sfuggente ed evanescente di colei che rende estatico ciò che è ancora una volta imprescindibile ed imperscrutabile: la donna del crepuscolo. Non in pochi tra fanciulle e sostenitori vari si sono assiepati nella Piana quest'oggi. Un coro unanime sembra dimostrare che la Calibrata non finirà mai. Il progetto vive nel pensiero. Quella regione sconfinata, rispetto alla quale nessun tentativo esterno può mettere in dubbio la validità del progetto. Al più presto verranno inseriti gli scatti del backstage dell'evento, di cui si è occupato un amico vicino alla causa del progetto.
fonte Calibranews
"Un grande successo! Una storia che si ripete e che non finirà mai. Il nostro impegno di oggi è il segno tangibile che al di là dell'attivazione in questi luoghi, noi della Ricerca Calibrata saremo sempre qui nella Piana, anche solo ed esclusivamente ideologicamente ed attraverso le infinite vie del pensiero". Sono queste le parole di un entusiasta Francesco Terragna, ancora una volta esponente di spicco del Progetto, che oggi in compagnia di Danilo Saddi, ha ufficializzato la nascita della Fondazione "Piana Infinita". Tra le attività del cenacolo umanistico, la sensibilizzazione rispetto all'arte della poesia, unico mezzo per rendere tangibile il pellegrinaggio del moto dell'anima, divisa tra l'amore, il pulviscolo esistenziale ed angelico ed ovviamente la figura sfuggente ed evanescente di colei che rende estatico ciò che è ancora una volta imprescindibile ed imperscrutabile: la donna del crepuscolo. Non in pochi tra fanciulle e sostenitori vari si sono assiepati nella Piana quest'oggi. Un coro unanime sembra dimostrare che la Calibrata non finirà mai. Il progetto vive nel pensiero. Quella regione sconfinata, rispetto alla quale nessun tentativo esterno può mettere in dubbio la validità del progetto. Al più presto verranno inseriti gli scatti del backstage dell'evento, di cui si è occupato un amico vicino alla causa del progetto.
fonte Calibranews
lunedì 1 ottobre 2007
Nasce la Fondazione "Piana Infinita"...
-...Nasce la FONDAZIONE "PIANA INFINITA". Validi membri si avvicenderanno, tra l'estasi della poesia fatta arte e vita, dinanzi al luogo geografico, fatto fiato, ode di libellule, spighe, e frazioni di un cuore rivolto al fenomeno di un incontro.Con tanto di cerimonia di insediamento del direttivo, la Fondazione comincerà a muovere i primi passi verso l'eterogeneo di un canto di liriche, a partire dal week-end della settimana in corso. Uno degli obiettivi principali dei partecipanti alle iniziative, è quello di promuovere attraverso l'analisi caleidoscopica in funzione del trapasso del passato, ogni forma d'arte, ed in particolar modo l'arte che accomuna i cantori ed i vari facitori di versi. Meta prediletta, dove inverare lungo il percorso di celluloide del guardingo ma filantropico zig zag dei moti dell'anima, sarà proprio la scena al di sotto della volta stellare: Il Teatro all'aperto di Via Filicusa, in località, terra di confine tra S.Marco e Bastione (queste ultime, sono delle arci note frazioni di Milazzo).
Partecipano alla trasposizione del calendario degli eventi non solo Danilo Saddi, ma anche Francesco Terragna, Aurelio Malandrino, Vincenzo Russo, e Carmelo Copppolino Billè. I suddetti personaggi non solo, risultano essere soci fondatori ma sono altresì depositari del logo ufficiale della omonima fondazione, per il quale si stanno attivando gli alti vertici della Compagnia Teatrale Mauri Sturno di Roma, disposta anche stavolta ad accogliere dinanzi al sacro fuoco dell'arte l'impeto comunicativo della Nuova "Ricerca Calibrata" che si preannuncia totalmente diversa rispetto al passato. In corso tra l'altro, audizioni e provini in quel di Via dei Neofiti...Una nuova antologia di liriche del tutto inedite, composte da Danilo Saddi e dedicate alle peripezie derivanti dai suicidi del gorgoglio di un amore nei confronti di una donna e di tutte le donne, di tutte le Calibrate, costituirà la bisettrice ideologica attraverso la quale ogni frazione di una Piana, dell'Unica Piana, potrà risplendere in funzione del pertugio prospettivo del marchio a fuoco, e del sigillo dell'infinito. Ogni rincorsa, ogni straziante fuga di un sorriso annebbiato dalle fuliggini dei fiori di loto, che è di per se, sempre e comunque, il volo di un amore, rivive così. Rivive nella suggestione di quell'atto performativo che è teatro. Che è cinema. Il ciak dell'azione incentra lo stesso punto focale che è lo sguardo di una donna. Non un'iridescenza qualsiasi però. La memoria rincorre l'inconscio dello studio da autodidatta. L'attenzione cade sui libri, e sulla tradizione Shakespiriana. La figura di Giulietta, malinconica...La sua dolcezza espressiva, che è comunicazione...Attraverso il vincolo del balcone. ...Inutile far balenare l'effimero guazzabuglio da loquela che da spazio, sempre e comunque, ad un atto di per se verbale ma sostanzialmente costatativo...Attraverso il vincolo dell'odio che fomenta le dispute tra la propria famiglia e quella del suo amore, Romeo. Attraverso il vincolo dell'attesa temporale cristallizzata nello sfiorar le mani di un amore di cui percepisce il sogno ed il sonno, mentre la luna non incede i passi attraverso i fasci argentei, ne piega il volere a chi oltre un cancello, un gradino, o una costipata cinta caratteriale, manda in fumo ogni linea guida, o sussidio didattico dell'esistere...-
Partecipano alla trasposizione del calendario degli eventi non solo Danilo Saddi, ma anche Francesco Terragna, Aurelio Malandrino, Vincenzo Russo, e Carmelo Copppolino Billè. I suddetti personaggi non solo, risultano essere soci fondatori ma sono altresì depositari del logo ufficiale della omonima fondazione, per il quale si stanno attivando gli alti vertici della Compagnia Teatrale Mauri Sturno di Roma, disposta anche stavolta ad accogliere dinanzi al sacro fuoco dell'arte l'impeto comunicativo della Nuova "Ricerca Calibrata" che si preannuncia totalmente diversa rispetto al passato. In corso tra l'altro, audizioni e provini in quel di Via dei Neofiti...Una nuova antologia di liriche del tutto inedite, composte da Danilo Saddi e dedicate alle peripezie derivanti dai suicidi del gorgoglio di un amore nei confronti di una donna e di tutte le donne, di tutte le Calibrate, costituirà la bisettrice ideologica attraverso la quale ogni frazione di una Piana, dell'Unica Piana, potrà risplendere in funzione del pertugio prospettivo del marchio a fuoco, e del sigillo dell'infinito. Ogni rincorsa, ogni straziante fuga di un sorriso annebbiato dalle fuliggini dei fiori di loto, che è di per se, sempre e comunque, il volo di un amore, rivive così. Rivive nella suggestione di quell'atto performativo che è teatro. Che è cinema. Il ciak dell'azione incentra lo stesso punto focale che è lo sguardo di una donna. Non un'iridescenza qualsiasi però. La memoria rincorre l'inconscio dello studio da autodidatta. L'attenzione cade sui libri, e sulla tradizione Shakespiriana. La figura di Giulietta, malinconica...La sua dolcezza espressiva, che è comunicazione...Attraverso il vincolo del balcone. ...Inutile far balenare l'effimero guazzabuglio da loquela che da spazio, sempre e comunque, ad un atto di per se verbale ma sostanzialmente costatativo...Attraverso il vincolo dell'odio che fomenta le dispute tra la propria famiglia e quella del suo amore, Romeo. Attraverso il vincolo dell'attesa temporale cristallizzata nello sfiorar le mani di un amore di cui percepisce il sogno ed il sonno, mentre la luna non incede i passi attraverso i fasci argentei, ne piega il volere a chi oltre un cancello, un gradino, o una costipata cinta caratteriale, manda in fumo ogni linea guida, o sussidio didattico dell'esistere...-
domenica 9 settembre 2007
I giorni, e l'alba fatta di smeraldi, mare, e miele delle sue labbra.
"...Ci sono ricorrenze. Ci sono delle scadenze. Ci sono dei riti attraverso i quali, spesso e volentieri la percezione spazia quasi scandagliando gli esiti campali del festoso e funambolico amarcord che vaga tra passato, presente, e futuro. Percorrendo una via, spesso mi chiedo, tra i sospiri di un vento spazientito, quale sia il possibile non senso ormai perso, in funzione dell' impunita impotenza, dopo mesi di lacrime versate ed oblii autolesionistici. La parete si erge perentoriamente. Non riesco a distinguere neanche le moltitudini di farfalle atterrite, che stanno per sbatterci contro. Il putridume e le nefandezze di questo essere comuni mortali ci castra. I tombini secernono odori non percepibili, ma segnalano l'urgenza. Segnalano l'uscio attraverso l'ecoscandaglio del patibolo fatto procrastinazione.
...Ci sono notti in cui, mi trovo abbagliato dalle luminescenze da tubo catodico. "Amarcord", "La dolce vita", "Ladri di biciclette", "Ossessione" ,"La terra trema", "Rocco e i suoi fratelli", "Caccia tragica" , "Il cammino della speranza" "Riso amaro"... Questi, sono solo alcuni dei titoli facenti parte l'orizzonte sconfinato della cinematografia d'autore che il sottoscritto ama e studia...E sono questi titoli, queste sequenze, questi piccoli amori di celluloide a diversificare le mie concezioni spingendomi verso le praterie delle trasposizioni artistiche, e mettendomi spesso in contro tendenza con altri appassionati del genere...Se da una parte, il "sacro fuoco dell'arte" mi vede amante dei recital di poesia, del cinema appunto, della letteratura, del teatro, e del mondo delle arti figurative in generale, alle volte mi vedo attanagliato tra gl approcci critici del reale. Penso che la coscienza critica di ognuno di noi sia fondamentale, e forse, il passato, questa miscellanea di nichilistiche esperienze fatte filmiche sequenze, ci aiuta a capire ed a carpire cosa è congeniale a noi tutti ma non solo...Soprattuto a noi stessi. Mi sembra di tornare indietro nel tempo...Ai miei 18 anni e mezzo...Mi capita sfogliando le pagine di una rivista locale per la quale collaboravo ai tempi..."La Città", questo il titolo di quello che adesso è sostanzialmente un periodico distribuito a Milazzo. Mi capita sfogliando la mia rubrica telefonica, che con gli anni si è moltiplicata per via degli innumerevoli contatti che ho preso per motivazioni giornalistiche. Mi capita rimembrando le attivazioni che mi videro in Sicilia studente ed aspirante giornalista. Mi capita sfogliando un'altra rivista, stavolta si tratta di un quotidiano. "Gazzetta del Sud". Questo il nome della testata. Mi capita quando, di passaggio a Messina, mi trovo dinanzi al Teatro Vittorio Emanuele. Ricordo i pomeriggi e le mattine alle volte, passati ad assistere alle prove relative ad alcune tragedie classiche che sarebbero state messe in scena. Ricordo le poesie che dedicai alle fanciulle della costa oltre il baby park...Poesie che custodisco e che non leggerà probabilmente mai nessuno...Ricordo di un amore e di un bacio dinanzi alle vetrate di un pomeriggio autunnale. Ricordo di una città allagata e di una lettera da recapitare...Ricordo le correnti ed i flutti dello Stretto di Messina. Ricordo Silvia e quanto piansi per lei. La vidi in riva al mare. La vidi in collina e tra i fiumi. La vidi in una sontuosa villa. Lessi il suo diario. Cercai il suo numero di telefono. Cercai e ricercai, ma non la trovai mai accanto a me. Ricordo solo che la spuma del mare, nei giorni di vento,mi parlava di lei..."
...Ci sono notti in cui, mi trovo abbagliato dalle luminescenze da tubo catodico. "Amarcord", "La dolce vita", "Ladri di biciclette", "Ossessione" ,"La terra trema", "Rocco e i suoi fratelli", "Caccia tragica" , "Il cammino della speranza" "Riso amaro"... Questi, sono solo alcuni dei titoli facenti parte l'orizzonte sconfinato della cinematografia d'autore che il sottoscritto ama e studia...E sono questi titoli, queste sequenze, questi piccoli amori di celluloide a diversificare le mie concezioni spingendomi verso le praterie delle trasposizioni artistiche, e mettendomi spesso in contro tendenza con altri appassionati del genere...Se da una parte, il "sacro fuoco dell'arte" mi vede amante dei recital di poesia, del cinema appunto, della letteratura, del teatro, e del mondo delle arti figurative in generale, alle volte mi vedo attanagliato tra gl approcci critici del reale. Penso che la coscienza critica di ognuno di noi sia fondamentale, e forse, il passato, questa miscellanea di nichilistiche esperienze fatte filmiche sequenze, ci aiuta a capire ed a carpire cosa è congeniale a noi tutti ma non solo...Soprattuto a noi stessi. Mi sembra di tornare indietro nel tempo...Ai miei 18 anni e mezzo...Mi capita sfogliando le pagine di una rivista locale per la quale collaboravo ai tempi..."La Città", questo il titolo di quello che adesso è sostanzialmente un periodico distribuito a Milazzo. Mi capita sfogliando la mia rubrica telefonica, che con gli anni si è moltiplicata per via degli innumerevoli contatti che ho preso per motivazioni giornalistiche. Mi capita rimembrando le attivazioni che mi videro in Sicilia studente ed aspirante giornalista. Mi capita sfogliando un'altra rivista, stavolta si tratta di un quotidiano. "Gazzetta del Sud". Questo il nome della testata. Mi capita quando, di passaggio a Messina, mi trovo dinanzi al Teatro Vittorio Emanuele. Ricordo i pomeriggi e le mattine alle volte, passati ad assistere alle prove relative ad alcune tragedie classiche che sarebbero state messe in scena. Ricordo le poesie che dedicai alle fanciulle della costa oltre il baby park...Poesie che custodisco e che non leggerà probabilmente mai nessuno...Ricordo di un amore e di un bacio dinanzi alle vetrate di un pomeriggio autunnale. Ricordo di una città allagata e di una lettera da recapitare...Ricordo le correnti ed i flutti dello Stretto di Messina. Ricordo Silvia e quanto piansi per lei. La vidi in riva al mare. La vidi in collina e tra i fiumi. La vidi in una sontuosa villa. Lessi il suo diario. Cercai il suo numero di telefono. Cercai e ricercai, ma non la trovai mai accanto a me. Ricordo solo che la spuma del mare, nei giorni di vento,mi parlava di lei..."
martedì 4 settembre 2007
L'istante infinito, e la quiete dei laghi salati
Agonia di un feretro e di un'avanzata. Magdala ed il cavaliere solitario delle 13:30
"Ciottoli di villani.
Strade periferiche, in usci sconsolati.
Pietre assassine. Soglie beffarde.
Crisalide variopinta ed eden di
concetti fatti abete secolare.
Il tuo sorriso è il lento morire
dell'interprete guardingo.
Solo, vorrebbe accasciarsi...
Stridere nel fragore, mentre i decapitati
ridono con il loro capo in mano.
La mano pendendo, fende l'aria
resa cristallo di filantropia.
Tendendo sangue e nervi all'unisono,
si acceca il broncospasmo, per quella carcassa
fatta individuo... comparso...
Una donna sola, a saziare i suoi piaceri.
Meritrice dell'assenso, ridà la vita a quegli
scheletri. Mucchio d'ossa in quelle cappelanie
fatte violento scoppio di un addio, sotto
le sberle ed i cazzotti dell'innominato.
Del cavaliere solitario delle 13:30.
I fumogeni di castagne, applaudono
la rincorsa verso il nulla.
La vetrata ormai tempestata di scorze
e sfoghi, rende vane le speranze.
Un rifugio di sesso, tra le catene
del plumbeo divenire di una castità.
Una notte di sesso, e fiato da ultracorpi.
La donna impegnata, bendata di neve,
raggomitola lo stantuffo senza perno."
-... In questi giorni, durante i quali ogni sospiro, adulato dalle brezze vagabonde e perse tra gli spasmi di un'estate ormi fioco ricordo, si preclude l'andata o la buona uscita per il ritorno battericida, il sottoscritto è stato come teletrasportato. Si, teletrasportato in quelle regioni immobili che boccheggiano tra le cortecce del quieto vivere, sommessamente esistenti se pur ormai decedute in un sconforto fatto maggiore età. Ho scoperto ancora una volta il gusto di intervistare alcuni malcapitati di sesso maschile e femminile, addolorati delle loro ricognizioni a caccia di uno spicciolo, tra le strade deserte e sudicie della periferia messinese. Ho fatto la mia apparizione presso lo studio di registrazione di Radio Messina Quartiere, intervenendo da vero ospite sbigottito, ad un dibattito incentrato sul disagio giovanile. Mi sono perso tra i marasmi interlocutori della mia anima, visitando una pinacoteca che amo, in quel di Taormina. Ho pianto di gioia, dinanzi alla prospettiva deserta del teatro antico della suddetta cittadina. Ancora una volta, ho ricordato alcuni dei miei primi versi, dinanzi allo scenario reale e nel contempo surreale della baia di Tindari. Dinanzi alla Chiesa, ecco i laghi di Marinello. Il tempo lì, non risente delle trasmigrazioni dei fuggiaschi a caccia di coriandolizzati eventi. Sembra ieri. Sembra ieri si...io ancora bambino e lei, Luna, la bimba dai capelli rossi e dallo sguardo di fata, accanto a me...a farmi compagnia, raccogliendo vongole oltre le siepi del camping...-
"Ciottoli di villani.
Strade periferiche, in usci sconsolati.
Pietre assassine. Soglie beffarde.
Crisalide variopinta ed eden di
concetti fatti abete secolare.
Il tuo sorriso è il lento morire
dell'interprete guardingo.
Solo, vorrebbe accasciarsi...
Stridere nel fragore, mentre i decapitati
ridono con il loro capo in mano.
La mano pendendo, fende l'aria
resa cristallo di filantropia.
Tendendo sangue e nervi all'unisono,
si acceca il broncospasmo, per quella carcassa
fatta individuo... comparso...
Una donna sola, a saziare i suoi piaceri.
Meritrice dell'assenso, ridà la vita a quegli
scheletri. Mucchio d'ossa in quelle cappelanie
fatte violento scoppio di un addio, sotto
le sberle ed i cazzotti dell'innominato.
Del cavaliere solitario delle 13:30.
I fumogeni di castagne, applaudono
la rincorsa verso il nulla.
La vetrata ormai tempestata di scorze
e sfoghi, rende vane le speranze.
Un rifugio di sesso, tra le catene
del plumbeo divenire di una castità.
Una notte di sesso, e fiato da ultracorpi.
La donna impegnata, bendata di neve,
raggomitola lo stantuffo senza perno."
-... In questi giorni, durante i quali ogni sospiro, adulato dalle brezze vagabonde e perse tra gli spasmi di un'estate ormi fioco ricordo, si preclude l'andata o la buona uscita per il ritorno battericida, il sottoscritto è stato come teletrasportato. Si, teletrasportato in quelle regioni immobili che boccheggiano tra le cortecce del quieto vivere, sommessamente esistenti se pur ormai decedute in un sconforto fatto maggiore età. Ho scoperto ancora una volta il gusto di intervistare alcuni malcapitati di sesso maschile e femminile, addolorati delle loro ricognizioni a caccia di uno spicciolo, tra le strade deserte e sudicie della periferia messinese. Ho fatto la mia apparizione presso lo studio di registrazione di Radio Messina Quartiere, intervenendo da vero ospite sbigottito, ad un dibattito incentrato sul disagio giovanile. Mi sono perso tra i marasmi interlocutori della mia anima, visitando una pinacoteca che amo, in quel di Taormina. Ho pianto di gioia, dinanzi alla prospettiva deserta del teatro antico della suddetta cittadina. Ancora una volta, ho ricordato alcuni dei miei primi versi, dinanzi allo scenario reale e nel contempo surreale della baia di Tindari. Dinanzi alla Chiesa, ecco i laghi di Marinello. Il tempo lì, non risente delle trasmigrazioni dei fuggiaschi a caccia di coriandolizzati eventi. Sembra ieri. Sembra ieri si...io ancora bambino e lei, Luna, la bimba dai capelli rossi e dallo sguardo di fata, accanto a me...a farmi compagnia, raccogliendo vongole oltre le siepi del camping...-
martedì 28 agosto 2007
Il Porto
"...Chiamatela déjà vu, chiamatela suggestione, chiamatela malinconia pre-partenza, se non nostalgia messianica...o addirittura afflato poetico che si manifesta nell'ispirazione non palese...Ad ogni modo, questa magniloquenza fatta assoluto rende partecipi. Partecipi di questo sfarzo colmo d'oblio...A tutt'oggi mi chiedo sulla soglia dell'imperscrutabile, se questa paramnesia è il semplice sentore di uno stato di frizione sentimentale, oppure il segnale veritiero dell'oracolo del tempo che mi invita ancora una volta ad andare incontro ad una meta non sgombra di nubi..."
Frammento tratto dalla lirica inedita che ha per titolo "Il Porto".
"...Lo sguardo si perse nel pomeriggio di laguna,
che lasciò spazio solo alla marina scomparsa
di un traghetto.La tua anima sola,
al molo delle nebbie mai diradate..."
Frammento tratto dalla lirica inedita che ha per titolo "Il Porto".
"...Lo sguardo si perse nel pomeriggio di laguna,
che lasciò spazio solo alla marina scomparsa
di un traghetto.La tua anima sola,
al molo delle nebbie mai diradate..."
domenica 26 agosto 2007
Quando il "Magnetismo" ha gli occhi della luna...
"La stragrande maggioranza, per non dire tutti, dei miei scritti si sono avviluppati attorno all'urgenza del vivere secondo le "chiamate" del sacro fuoco dell'arte, durante le ore notturne. Ancora oggi mi chiedo perché. Probabilmente riesco ad andare "a caccia" di assonanze, in quelle cosmogoniche e cosmicomiche rimembranze lunari. A prescindere dalla presenza o meno di nubi su in alto, nel cielo.
I momenti si, divengono annosi, ma la cerimonia nuziale della partenza da eco scandaglio, rende sublime il percorso di espiazione. Non ho assolutamente nulla incontrario, rispetto ad ogni itinerario dialogico, ma con un pizzico di commozione, ricordo ancora oggi i momenti durante i quali dedicavo racconti agli innamorati, nascondendoli negli angoli più disparati delle residenze di famiglia (omaggiando nonni e zii dei miei scritti). Mi sembra ovvio che ogni onomatopea si infrange dinanzi alla parete del vissuto, ogni qual volta riponi fiducia nel tuo trasporre sommesse concezioni. Sono dubbioso spesso e volentieri. Mi chiedo se ogni allitterazione, non sia alla fin fine una sorta di personalizzazione paradossalmente spersonalizzante..."
-La notte mi rapisce e le fronde degli alberi sono l'avamposto per i guardiani fatti uccelli notturni. Tengo a sottolineare che in questo blog, qualche piccolo errore di battitura è dovuto a questo. "Ci scusiamo per il disagio occorso", giusto per citare le nostre tanto amate F.S.. Farò il possibile per riporre per qualche istante i libri, ed apportare delle piccole correzioni.-
venerdì 24 agosto 2007
Intrinseco divenire di un giorno qualunque.
-(...) Mi piace concepire alcune immagini. Mi piace immaginare quale possa essere la natura psicologica di quelli che sono i mostri sacri della cultura del tempo assoluto. Da sempre amo il cinema, la letteratura, la poesia, la filosofia, il mondo dell'arte in generale. Le commistioni si amalgamano attorno alla parete di edere del quotidiano. Il sole irradia lo scandaglio e ciò che una pupilla svela si infiamma nella gioia pedestre.(...) Capita di percorrere un viale. Capita di di soffermarsi ad ammirare il moto quasi ondulatorio di una foglia secca...mentre prima di essere vista giacere sul marciapiede dimenticato, il fermo immagine di una dipartita vegetale, ci avvinghia all'unico tempo terreno almeno "così è se vi pare".(...) Propongo un frammento di un'opera ,di uno dei filosofi dell'antichità, che più mi avvince. Alle volte, il gusto di conoscere l'oracolo nascosto, prende forma. Non esiste così il buio. Non esiste la nebbia. Esiste solo il magistero, col suo magistrale tic-tac di un'assurdita fatta missing-time. Continuo ad ogni modo, a guardare le luminescenze stellari, alle volte, vecchie di milioni di anni. Paradossalmente mi sembra di scorgere una sorta di entità. Il suo nome non mi è noto, ma è come se la conoscessi da sempre. Spero di trovare la quiete per poterla ancora una volta incontrare in sogno.
------------------
Straniero - [...]Dimmi: dobbiamo avere il coraggio, mi pare, di pronunciare l'espressione "l'assoluto non essere"?Teeteto - Come no?Straniero - Se uno degli ascoltatori, non a scopo di contesa né per scherzare, ma seriamente dovesse rispondere, dopo aver riflettuto, a che cosa deve essere riferito questo nome, il "non essere", in riferimento a che cosa e per quale oggetto noi crediamo che egli ne farebbe uso e che cosa indicherebbe a chi lo interroga?[...]Ma questo almeno è chiaro, che il "non essere" non deve essere riferito a qualcuno degli enti. [...] Ma noi diciamo che, se s'intende parlare correttamente, non bisogna definirlo né come unità né come molteplicità e neppure assolutamente chiamarlo con il "lo", perché anche con questa espressione lo si designerebbe con una specie di unità.
(Platone, Sofista, in Id., Dialoghi filosofici, vol. II, a cura di G. Cambiano, Torino, UTET, 1981, pp. 433-436)
giovedì 23 agosto 2007
Le profezie e le lande desolate, del lento morire di un tempo fatto assoluto: tutto o niente?
"Senza nessuna ragione qualcosa si rompe in me
e mi chiude la gola
Senza nessuna ragione sobbalzo ad un tratto
lasciando a mezzo lo scritto
senza nessuna ragione nella hall di un albergo
sogno in piedi
senza nessuna ragione l'albero sul marciapiede
mi batte in fronte
senza nessuna ragione un lupo urla alla luna
iroso infelice affamato
senza nessuna ragione le stelle scendono a dondolarsi
sull'altalena del giardino
senza nessuna ragione vedo come sarò nella tomba
senza nessuna ragione nebbia e sole nella mia testa
senza nessuna ragione mi attacco al giorno che inizia
come se non dovesse finire mai più
e ogni volta sei tu
che sali dalle acque."
Nazim Hikmet
"(...) Anche quest'anno come di consueto, cala ufficialmente il sipario della stagione estiva. Inevitabilmente, almeno è sempre stato così per il sottoscritto, questo periodo al di la della radice etimologica del termine, e delle convenzioni di questa società dai canoni e dagli stereotipi di stampo occidentale, possiede alcune peculiarità che inverandosi nel vissuto parcellizzano ciò che apparentemente non percepisci. Questi mesi per quanto mi riguarda sono passati in maniera diversa. La consapevolezza dei cambiamenti che per forza di cose deviano il transito comunitario ed arbitrario, è come se paralizzasse il moto uniforme di un istrione che crogiolandsi vorrebbe concedere al vento una, almeno una, di quelle pergamene che in riva al mare sono state accarezzate dalle gentili pose della luna. Spesso niente è quello che sembra, e la verità in attesa come un'allegoria al di sopra delle muraglie e delle sterpaglie della concomitanza rugiadosa e strumentale. La verità mi attende. Percorre quel viale. Ci separa la cancellata. La carrellata laterale spesso, non soddisfa le esigenze, quasi volessero essere pretese, di un filmaker che attende l'opportuno finanziamento da parte di chi legifera mostrando il proprio diniego o meno. In questi giorni poi, in particolare, che scorrono come gli ultimi rigagnoli di un fiume che impotente cerca un varco verso il mare, anche la natura morta di una tela mi indica ciò che eesendo autorevole, mi appare in sogno. Sulla base del riferimento abbastanza esplicito ad uno dei più grandi poeti del novecento...è come se mi ostinassi nell'inseguire una figura ingannevole che vuole probabilmente attirare la mia attenzione verso quei lidi, quelle oasi dove i miraggi ti cambiano la vita. Ti immettono nel circuito delle trasmigrazioni. Dove non è detto che le transumanze di altri individui ti rendano meno difficoltosa l'ascesa. Sempre attualmente è come se percepissi nell'aria i segni quasi perentori ed inequivocabili di profezie. Non si tratta solo ed esclusivamnte di suggestioni da studente di Lettere, o di richiami monografici di parallellismi. Di fatti, mi capita di percorrere le vie, le strade della Piana. Questo luogo, lo sento mio. Chissà perchè. Dopo averlo scoperto anni orsono ancora me lo chiedo. Non è solo un amore legato alle connotazioni di tipo naturalistico o paesaggistico.Amo questo luogo, forse perchè non essendo mio, lo sento mio. Senza costrizioni o mistificazioni. Lo scelsi per nascondermi. Perchè il mondo mi faceva paura. Adesso, in una fine di agosto, durante la quale la fascia tirrenica della Sicilia è devastata da incendi di dimensioni spropositate e da venti di scirocco, Via Kennedy, primo trampolino dopo "l'avamposto" della Senazza, mi appare come un via vai di moscerini. A dedine, a decine...forse a centinaia...Spaesati, disorientati. Scappano dai campi assolati e dalle coltivazioni di vite. Ti sbattono addosso. Ti fanno riflettere ed esemplificano. Mi sembra un episodio Biblico. Sempre nella Piana, ma non solo, dal cielo sembra scendere cenere. I forti venti hanno si trasportato i segni della combustione qua e la, ma non posso esimermi dal concepire anche questo come un segno. Altra visione, forse più eloquente di altre, risale non ai giorni attuali, ma ad una settimana e mezzo fa circa. Decisi di percorrere Via Pezza del Pioppo, uno dei miei luoghi geografici e mentali al quale ho dedicato un componimento che ormai mi ha reso noto diciamo...Proprio qui, al di sopra di un muro che mi sembra aguzzo, si "ergeva" una figura emblematica, che mi ha fatto davvero riflettere. Mi trovo dinanzi ad un gatto. Aveva un occhio chiuso, ed un altro aperto. Presumibilmente era malato. Mi sembra che riportasse segni evidenti di ferite. Era come se fosse stato azzannato. Sta di fatto che mi guardava. A conclusione di quest'incontro, eccomi ad una curva dalla quale puoi assistere al passaggio di un mezzo di trasporto fatto vita: il treno. Restai solo qualche istante, prima di dirigermi altrove. A ridosso della strada cumuli di rifiuti. E stavolta, un particolare inedito svela l'intarsio di questo ordito tra sogno e realtà: una donna intenta a frugare proprio tra i rifiuti.(...) Solo un elemento, solitario, forse attende di essere considerato. Un vecchio divano. Accatastato. Quasi volesse far si che un pubblico di spettri, attualmente guardinghi ed avvinghiati tra le coltri di nebbia, faccia la sua apparizione e possa così, accomodarsi...E come se non bastasse, mentre cala ormai la sera e le paure apparentemente si dileguano, la costa, che si intravede dal mare, brucia. Divampano le fiamme. In uno scenario da inferno Dantesco. Ci si ritrova sempre lì comunque. O meglio, mi ritrovo sempre lì. In quel planetario desolato e desolante dove piuttosto che contemplare l'estasi, mi accingo ad osservare quel che accade. Da un pertugio però. Discreto. Presente. In quella parete scrostata ed ammuffita. in questa soffitta, di questa casa incampagna dove se ti rifugi, hai la certezza che non verrà a cercarti nè un acquirente, nè un incaricato da una qualsivoglia agenzia immobiliare.(...)"
e mi chiude la gola
Senza nessuna ragione sobbalzo ad un tratto
lasciando a mezzo lo scritto
senza nessuna ragione nella hall di un albergo
sogno in piedi
senza nessuna ragione l'albero sul marciapiede
mi batte in fronte
senza nessuna ragione un lupo urla alla luna
iroso infelice affamato
senza nessuna ragione le stelle scendono a dondolarsi
sull'altalena del giardino
senza nessuna ragione vedo come sarò nella tomba
senza nessuna ragione nebbia e sole nella mia testa
senza nessuna ragione mi attacco al giorno che inizia
come se non dovesse finire mai più
e ogni volta sei tu
che sali dalle acque."
Nazim Hikmet
"(...) Anche quest'anno come di consueto, cala ufficialmente il sipario della stagione estiva. Inevitabilmente, almeno è sempre stato così per il sottoscritto, questo periodo al di la della radice etimologica del termine, e delle convenzioni di questa società dai canoni e dagli stereotipi di stampo occidentale, possiede alcune peculiarità che inverandosi nel vissuto parcellizzano ciò che apparentemente non percepisci. Questi mesi per quanto mi riguarda sono passati in maniera diversa. La consapevolezza dei cambiamenti che per forza di cose deviano il transito comunitario ed arbitrario, è come se paralizzasse il moto uniforme di un istrione che crogiolandsi vorrebbe concedere al vento una, almeno una, di quelle pergamene che in riva al mare sono state accarezzate dalle gentili pose della luna. Spesso niente è quello che sembra, e la verità in attesa come un'allegoria al di sopra delle muraglie e delle sterpaglie della concomitanza rugiadosa e strumentale. La verità mi attende. Percorre quel viale. Ci separa la cancellata. La carrellata laterale spesso, non soddisfa le esigenze, quasi volessero essere pretese, di un filmaker che attende l'opportuno finanziamento da parte di chi legifera mostrando il proprio diniego o meno. In questi giorni poi, in particolare, che scorrono come gli ultimi rigagnoli di un fiume che impotente cerca un varco verso il mare, anche la natura morta di una tela mi indica ciò che eesendo autorevole, mi appare in sogno. Sulla base del riferimento abbastanza esplicito ad uno dei più grandi poeti del novecento...è come se mi ostinassi nell'inseguire una figura ingannevole che vuole probabilmente attirare la mia attenzione verso quei lidi, quelle oasi dove i miraggi ti cambiano la vita. Ti immettono nel circuito delle trasmigrazioni. Dove non è detto che le transumanze di altri individui ti rendano meno difficoltosa l'ascesa. Sempre attualmente è come se percepissi nell'aria i segni quasi perentori ed inequivocabili di profezie. Non si tratta solo ed esclusivamnte di suggestioni da studente di Lettere, o di richiami monografici di parallellismi. Di fatti, mi capita di percorrere le vie, le strade della Piana. Questo luogo, lo sento mio. Chissà perchè. Dopo averlo scoperto anni orsono ancora me lo chiedo. Non è solo un amore legato alle connotazioni di tipo naturalistico o paesaggistico.Amo questo luogo, forse perchè non essendo mio, lo sento mio. Senza costrizioni o mistificazioni. Lo scelsi per nascondermi. Perchè il mondo mi faceva paura. Adesso, in una fine di agosto, durante la quale la fascia tirrenica della Sicilia è devastata da incendi di dimensioni spropositate e da venti di scirocco, Via Kennedy, primo trampolino dopo "l'avamposto" della Senazza, mi appare come un via vai di moscerini. A dedine, a decine...forse a centinaia...Spaesati, disorientati. Scappano dai campi assolati e dalle coltivazioni di vite. Ti sbattono addosso. Ti fanno riflettere ed esemplificano. Mi sembra un episodio Biblico. Sempre nella Piana, ma non solo, dal cielo sembra scendere cenere. I forti venti hanno si trasportato i segni della combustione qua e la, ma non posso esimermi dal concepire anche questo come un segno. Altra visione, forse più eloquente di altre, risale non ai giorni attuali, ma ad una settimana e mezzo fa circa. Decisi di percorrere Via Pezza del Pioppo, uno dei miei luoghi geografici e mentali al quale ho dedicato un componimento che ormai mi ha reso noto diciamo...Proprio qui, al di sopra di un muro che mi sembra aguzzo, si "ergeva" una figura emblematica, che mi ha fatto davvero riflettere. Mi trovo dinanzi ad un gatto. Aveva un occhio chiuso, ed un altro aperto. Presumibilmente era malato. Mi sembra che riportasse segni evidenti di ferite. Era come se fosse stato azzannato. Sta di fatto che mi guardava. A conclusione di quest'incontro, eccomi ad una curva dalla quale puoi assistere al passaggio di un mezzo di trasporto fatto vita: il treno. Restai solo qualche istante, prima di dirigermi altrove. A ridosso della strada cumuli di rifiuti. E stavolta, un particolare inedito svela l'intarsio di questo ordito tra sogno e realtà: una donna intenta a frugare proprio tra i rifiuti.(...) Solo un elemento, solitario, forse attende di essere considerato. Un vecchio divano. Accatastato. Quasi volesse far si che un pubblico di spettri, attualmente guardinghi ed avvinghiati tra le coltri di nebbia, faccia la sua apparizione e possa così, accomodarsi...E come se non bastasse, mentre cala ormai la sera e le paure apparentemente si dileguano, la costa, che si intravede dal mare, brucia. Divampano le fiamme. In uno scenario da inferno Dantesco. Ci si ritrova sempre lì comunque. O meglio, mi ritrovo sempre lì. In quel planetario desolato e desolante dove piuttosto che contemplare l'estasi, mi accingo ad osservare quel che accade. Da un pertugio però. Discreto. Presente. In quella parete scrostata ed ammuffita. in questa soffitta, di questa casa incampagna dove se ti rifugi, hai la certezza che non verrà a cercarti nè un acquirente, nè un incaricato da una qualsivoglia agenzia immobiliare.(...)"
venerdì 17 agosto 2007
La palude del giorno: stratagemmi ed oblii di un canto d'amore
"...Lo sento lontano. Lontano come il vento che spazza via perentorio, il rigagnolo dell'annaspante tifone. Lontano, come il luccichio delle stelle inframezzate dalle coltri lunari, al di sopra di uno specchio salato. Lontano, come quel fiato che irrigava i campi del quotidiano, attraverso un appuntamento usuale e non privo di silenzi fatti scorza di un sacrilegio. Lontano, come il sussulto di ogni vagabondo, a caccia di un nuovo barlume di speranza, in quella calura estiva fatta sorriso di un morto. Lontano, come il cavallo di battaglia. Si proprio così. Lontano come un'urgenza. -Ma adesso vicino come un' assenza.- La solita. Lontano come un'emozione. Lontano come una corsa assurda verso il patibolo dello stesso tabernacolo, ormai taverna di malelingue. Lontano come il carion che ti sveglia, anche all'alba, quando fai finta di dormire. Quando lei non esiste, eppure attendi ogni sua avanzata, ogni suo ritorno. Ogni plausibile accenno di espiazione. Ascolti le campane e non fai altro che rendertene ancora una volta conto. Lo senti si...Ma lo senti lontano...Lo sento lontano anche adesso che non mi ami più. Hai fatto si che ogni microcosmo si perdesse nello strazio. Mi hai ucciso e te ne sei andata. Non hai neanche pulito le tue lame. Sei scomparsa facendo paura ai lampi, ai tuoni, ai fulmini, ed alle saette. La scogliera è ancora fragranza. Si, di quell'amplesso. Di quel tuo fondere la menzogna alla castità. Lasciando in dormiveglia uno dei tuoi tanti amanti. D'altronde le vestali ti attesero incaricate dal fuggiasco, di disperdere il vento di un amore oltre quello stesso rigagnolo pestilenziale...Percorrendo quel viale che quasi "volteggia"dinanzi al colonnato, ammiro e contemplo i rilievi che ti dedicai. Una tela giace ormai esuberante dopo l'infame gesto. La melodia non risuona più. Gli orologi si fermano, e tu passi col tuo nuovo puttaniere...Non passa notte per me senza guardare quel cristallo. Lo stesso eden di vela notturna si intristisce quando un sorriso smorzato nasconde il terrore che serpeggia vittorioso. Ti dedicai vita, peripezie, odi, madrigali, ballate e sonetti d'incenso ed incantesimi. Mi hai abbandonato. Ed io? Io lo sento. Si lo sento eccome. Lo sento sempre e comunque lontano..."
mercoledì 15 agosto 2007
Un componimento sulla scia della riproposta esistenziale di un volo d'amore.
"...Ci sono alcuni miei componimenti, che hanno segnato le distillate e coagulate parvenze. Ci sono alcuni miei componimenti, che hanno in un certo qual modo, selezionato il fermo-immagine su di un parcellizzato stand-alone, dove piangere era vietato. Ci sono alcuni miei componimenti, che più di altri raccontano circa quattro anni di storie d'amore in locations sparse ma non perse...tra i labirintici ecosistemi di un lacero contuso inganno.Ci sono alcuni miei componimenti che parlano di una donna.
Ma questa è un'altra storia."
"TUTTI IN CALIBRATA"
Dedicata al vortice di questi anni di avventure. 1986-2007
Dedali, bivi e strade assolate
di periferie immaginarie nella Piana
ricreata del quotidiano.
Colori cangianti di fluttuanti ideologie,
immortalano sguardi in cerca di orizzonti
istantanei.
Spighe lucenti, al sole di S.Pietro,
atterriscono istanti che in un canto
di gioia rivivono.
Anni di gioie e astruse carambole, dinanzi al
fiato inesorabile.
- Non più di un altro tramonto immortalerai,
e chissà quali addii soggettivi disperderai.-
Echi di una memoria fanciullesca.
Via Tre Monti. L'inizio e la fine.
Purpuree nebulose che nel fermo
immagine,conducono il pellegrino
alla curva dell' evocativo.
I marciapiedi ed i solchi di una corsa del sorriso.
Le sere di brine ormai lucide tra le maree di
passeggiate, nel consueto.
- Luci soffuse vedrai ancora una volta.
Visi, sguardi, sincerità,
e mistificazione. Sulla sterpaglia di ieri,
solo moribondi cani
ad allentar la morsa del buio luminoso.-
Un inno a calici di festa. Un supporto, la cornice
per la celebrazione che di dadaismo possiede il
saluto, che amaro, pone i veli dell'incompiuto.
-Schiere di donne scorgerai dalle marine essenze.
Le contemplerai dalle tue stanze. Ricorderai quelle
dolci essenze, e l'ebrezza di baci rubati anche
quando, dell'alba, scorgevi solo le parvenze.-
UN SALUTO ALLA CALIBRATA CHE NON C'E' PIU'.
UN PROGETTO CHE IN SOGGETTIVA POTRAI PORTARE
AVANTI ANCHE TU.
SE IL RICORDO DEL GRUPPO DI ALFIERI VIVO TERRAI,
DEL CANTO DI AMORE E LIBERTA', NELLA PIANA ANCORA
TORNARE VORRAI.
Ma questa è un'altra storia."
"TUTTI IN CALIBRATA"
Dedicata al vortice di questi anni di avventure. 1986-2007
Dedali, bivi e strade assolate
di periferie immaginarie nella Piana
ricreata del quotidiano.
Colori cangianti di fluttuanti ideologie,
immortalano sguardi in cerca di orizzonti
istantanei.
Spighe lucenti, al sole di S.Pietro,
atterriscono istanti che in un canto
di gioia rivivono.
Anni di gioie e astruse carambole, dinanzi al
fiato inesorabile.
- Non più di un altro tramonto immortalerai,
e chissà quali addii soggettivi disperderai.-
Echi di una memoria fanciullesca.
Via Tre Monti. L'inizio e la fine.
Purpuree nebulose che nel fermo
immagine,conducono il pellegrino
alla curva dell' evocativo.
I marciapiedi ed i solchi di una corsa del sorriso.
Le sere di brine ormai lucide tra le maree di
passeggiate, nel consueto.
- Luci soffuse vedrai ancora una volta.
Visi, sguardi, sincerità,
e mistificazione. Sulla sterpaglia di ieri,
solo moribondi cani
ad allentar la morsa del buio luminoso.-
Un inno a calici di festa. Un supporto, la cornice
per la celebrazione che di dadaismo possiede il
saluto, che amaro, pone i veli dell'incompiuto.
-Schiere di donne scorgerai dalle marine essenze.
Le contemplerai dalle tue stanze. Ricorderai quelle
dolci essenze, e l'ebrezza di baci rubati anche
quando, dell'alba, scorgevi solo le parvenze.-
UN SALUTO ALLA CALIBRATA CHE NON C'E' PIU'.
UN PROGETTO CHE IN SOGGETTIVA POTRAI PORTARE
AVANTI ANCHE TU.
SE IL RICORDO DEL GRUPPO DI ALFIERI VIVO TERRAI,
DEL CANTO DI AMORE E LIBERTA', NELLA PIANA ANCORA
TORNARE VORRAI.
martedì 14 agosto 2007
Investigazione psicoanalitica indotta, su soggetti a rischio
"...Per certi aspetti, a dire il vero, ero intenzionato ad eliminare il post precedente a questo. Non perchè io sia pazzo o schizofrenico, come qualcuno afferma senza mezzi termini, ma per il semplice fatto che il Progetto, del quale spero di poter spiegare il tutto a chi fa finta di non capirlo tramite un libro di prossima pubblicazione e distribuzione in ambito universitario, è soprattutto la ricerca lucida e paradossalmente onirica di un senso. Di un motore immobile che riesca a convogliare quei moti dell'inerzia proprio oltre i confini delle regioni remote dell'anima. La Ricerca Calibrata non è stata "un mezzuccio per far soldi"-con tanto di filmica citazione-, ma bensì una grande storia. Una storia che mi ha visto e mi vede in bilico sul trapezio dell'esistenza. intento nell'alternanza delle varie pieces , durante le quali, indosso e tolgo la maschera...con tanto di enigmatica costrizione al mio seguito:
Toglierla mi mette in pericolo? Chi mi conosce davvero, come Danilo? In un rifugio Amletico, dove le ombre seguono la peripezia di un ultimo barlume da candela e candelabro. Mi sembra di assistere a questa scena. Ovunque io mi trovi, di recente. Un 'altra precisazione...Sul palcoscenico, dopo l'inchino, salutando la folla che ti applaude, sei davvero sicuro di non essere solo un oggetto, da usare quando il prossimo ne ha bisogno?"
-Ringrazio chi mi conosce e sa davvero quali sono i miei intenti...-
Toglierla mi mette in pericolo? Chi mi conosce davvero, come Danilo? In un rifugio Amletico, dove le ombre seguono la peripezia di un ultimo barlume da candela e candelabro. Mi sembra di assistere a questa scena. Ovunque io mi trovi, di recente. Un 'altra precisazione...Sul palcoscenico, dopo l'inchino, salutando la folla che ti applaude, sei davvero sicuro di non essere solo un oggetto, da usare quando il prossimo ne ha bisogno?"
-Ringrazio chi mi conosce e sa davvero quali sono i miei intenti...-
lunedì 13 agosto 2007
venerdì 10 agosto 2007
La chiamata e l'apologia dell'amore
"(...)Non è affatto facile sondare in un certo qual modo quelle remote regioni di quella che appare, come l'avanzata della stessa proliferazione di essenze in attesa di germogliare tra i campi che si specchiano dinanzi all'alabastro e dinanzi alle distese marine.
Ad ogni modo, la mia esperienza africana sarà soltanto il preludio, di un'altra esperienza che spero possa essere davvero una sorta di "correlativo oggettivo", a seguito di una moltitudine di riflessioni che balenano in me, al di là di condizionamenti di vario genere e tipo...
Ormai è da dare praticamente per scontato: entrerò nell'ordine dei salesiani. Il mio progetto, a seconda di quelle che saranno le direttive prevede in ogni caso di proseguire gli studi. Di fatti, potrei conseguire la laurea in teologia così come prevede il percorso di formazione di ogni sacerdote.
Mi accoglierà così questa congregazione della quale in un certo qual modo faccio parte da circa quattordici anni, fatta di presbiteri e di fratelli laici. Devono essere ancora chiariti inumerevoli dettagli, ma personalmente vorrei tanto attivarmi presso una delle comunità salesiane che operano in Madagascar. Ecco questa è una delle tante idee. Un'idea per rispondere a quella che appare come la vera natura. La vera natura del sentimento per antonomasia. Una sorta di ipotassi della poetica della vita a mio avviso...Sia chiaro, non voglio assolutamente concatenare in maniera metaforica, i percorsi ed i discorsi che sono pregnanti di metonimie e di deliri.(...)"
Continua...
Ad ogni modo, la mia esperienza africana sarà soltanto il preludio, di un'altra esperienza che spero possa essere davvero una sorta di "correlativo oggettivo", a seguito di una moltitudine di riflessioni che balenano in me, al di là di condizionamenti di vario genere e tipo...
Ormai è da dare praticamente per scontato: entrerò nell'ordine dei salesiani. Il mio progetto, a seconda di quelle che saranno le direttive prevede in ogni caso di proseguire gli studi. Di fatti, potrei conseguire la laurea in teologia così come prevede il percorso di formazione di ogni sacerdote.
Mi accoglierà così questa congregazione della quale in un certo qual modo faccio parte da circa quattordici anni, fatta di presbiteri e di fratelli laici. Devono essere ancora chiariti inumerevoli dettagli, ma personalmente vorrei tanto attivarmi presso una delle comunità salesiane che operano in Madagascar. Ecco questa è una delle tante idee. Un'idea per rispondere a quella che appare come la vera natura. La vera natura del sentimento per antonomasia. Una sorta di ipotassi della poetica della vita a mio avviso...Sia chiaro, non voglio assolutamente concatenare in maniera metaforica, i percorsi ed i discorsi che sono pregnanti di metonimie e di deliri.(...)"
Continua...
giovedì 9 agosto 2007
Africa
Mi giunge notizia, che questo blog, nato a seguito delle richieste di alcune ragazze che si definivano incantate dei miei versi, a differenza di quanto può sembrare, è molto seguito.La cosa mi lusinga oltremodo, davvero. E' proprio per un "debito" di riconoscenza che al momento non lo farò eliminare dal web. Indubbiamente la dinamica controversa legata alla trasposizione di opere in poesia attraverso internet, appare diametralmente opposta a quella che mi ha visto esordire come appassionato di poesia ed amante del poetare...Da piccolo, dedicavo vari scritti agli innamorati. Ricreavo mondi che apparivano solo ed esclusivamente, perchè paradossalmente celati in appositi "scrigni" della coscienza o perchè illuminati da flebili bagliori da lampada e scrivania.
(...) Proprio per ringraziare chi mi segue con affetto, tengo a precisare che presto mi trasferirò in Africa. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Cinematografia, (che sto per conseguire un po dopo, per via delle collaborazioni giornalistiche che mi vedono sempre impegnato) prenderò parte ad alcune missioni di pace.Appariranno quindi dinanzi all'orizzonte di quelle costellazioni terrene, sconfinati ambienti ed ecosistemi, specchi riflessi di una "cartografia" dell'anima che attraverso le essenze, tra mente e cuore, cerca di spaziare.Tra le Savane e le foreste pluviali, è come se volesse germogliare la mitigata onnipresenza di un'assenza.(...)
(...) Proprio per ringraziare chi mi segue con affetto, tengo a precisare che presto mi trasferirò in Africa. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Cinematografia, (che sto per conseguire un po dopo, per via delle collaborazioni giornalistiche che mi vedono sempre impegnato) prenderò parte ad alcune missioni di pace.Appariranno quindi dinanzi all'orizzonte di quelle costellazioni terrene, sconfinati ambienti ed ecosistemi, specchi riflessi di una "cartografia" dell'anima che attraverso le essenze, tra mente e cuore, cerca di spaziare.Tra le Savane e le foreste pluviali, è come se volesse germogliare la mitigata onnipresenza di un'assenza.(...)
martedì 7 agosto 2007
"La morte gioca a mosca cieca con l'incredulo fuggiasco." -Frammento uno-
"...Mi hai lasciato agonizzante.
Mi hai lasciato senza preda.
Mi hai lasciato nel costipato campo semantico
di una coltellata.Io, solo. Dinanzi alle tue labbra.
Parvenza di chiar di luna. Le stelle lacrimano
e irradiano l'etere, tinto da gelsomini e rose scarlatte di
avanzata cimiteriale per gli zombie di oggi.
Gocce di sangue sulla tenda che fluttua.
Il tuo corpo nudo che allontana le pulsioni e sfiata
gli immobili liquami..."
Pubblicato da
Collaboratori e Collaboratrici della Nuova Ricerca Calibrata, progetto artistico e culturale
alle
07:36
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con la morte,
Un bacio
lunedì 6 agosto 2007
"Signori, si chiude."
"Sono tanti, forse troppi, i motivi in funzione dei quali un'avventura, una trasposizione finisce.
Finisce, ormai sembra scontato, il funambolico "assemplare" le mie riflessioni, le mie poesie, i miei deliri, i miei sogni, le mie attese, le mie speranze, le mie angosce, i miei pianti , i miei voli pindarici, le mie fughe, le mie scomparse, le mie apparizioni, i miei amori, le mie amicizie, le mie storie, le mie visioni, i miei tormenti, le mie paure, le mie gioie, i miei dolori, i miei onnipresenti addii, e chissà cos'altro... attraverso questo blog. Spero di trovare il modo di spiegare, a coloro i quali fossero interessati, i motivi di questo epilogo. Al momento posso anticiparvi che non disdegnerò dall'inserire almeno due post, che possano enucleare ciò che sembra ormai dato per scontato e come irreversibile...."
sabato 4 agosto 2007
Una risposta ti uccide.
"...Ci sono risposte che non raggiungono la percezione. Ci sono risposte che non riescono in maniera perentoria, ad erompere. Ci sono risposte che fluttuano, galleggiano, serpeggiano...Ci sono risposte che coesistono accanto a noi. Le sentiamo vicine. Si materializzano proprio a fianco dei nostri desideri che sopiti, muoiono, lasciandoti solo a meditare un suicidio.Ci sono risposte che raccogli per strada. Un po per ingannare il tempo. Un po per dar vita ad un vaniloquio che possa diversificarsi dai tanti monologhi che hanno specchiato un'oscura metà del tutto stilizzata.Ci sono risposte che leggi nello sguardo di una donna. Queste, ad esempio ti straziano. Ti uccidono lentamente. Il lume della ragione, è un'Itaca le cui particolarità sono inenarrabili...Ci sono risposte che ti svegliano nel sonno. Ti lasciano come un moribondo che ha perso la strada. Come un accattone che sogna al di sotto di una palma, per fuggire dallo sguardo dei testimoni del mezzogiorno.Come un cane che ha deciso di seguire i ciottoli e le sabbie, bagnate, ancora umide...accarezzate da acque cristalline che sfiorarono il corpo di quella dea per la quale ho deciso di compiere un giro, l'ultimo, prima di specchiarmi nelle acque di un pozzo.Un pozzo che magari mi farà compagnia. Anche quando, come al solito, di me non resterà che la volontà di essee dimenticato. L'imperativo categorico di assoluticizzare il conformismo, per sminuire l'inutile fatto menzogna, agli occhi di molti, sacrilega.Del resto, ci sono risposte che non giungeranno mai alla tanto agognata percezione...Ci sono risposte che valgono per i sordi,altre che valgono per i ciechi.Altre che per i muti sono essenziali ed avvinghiate al ramo dell'essere.Ci sono risposte che nella fattispecie mi hanno già ucciso. Davvero...Risposte che non pensavo di dover analizzare...che consideravo troppo lontane e praticamente eterogenee da impedire una traversata. Intanto la mappa stellare affastella, coagula e traccia quei sentieri ch esistono ed aprono alcuni, ma forse tutti, ta gli orizzonti. Si dice che un' isola è spesso il luogo ideale per un approdo. Per chi ha paura, e non riesce più a vivere. Per chi vuole salvare il salvabile, e trema consapevole di causare danni irreparabili, ma che, se si dovessero avviluppare (e spero propro di no) indubbiamente non saranno nati intenzionalmente, grazie all'estro che ormai è stato spazzato via..."
-Una spiaggia...interno-sera- Isolamento silenzioso, dramma di un tipo nervoso. Se ne sta zitto, pensando che non dovrà più guardare gli occhi di "lei" ma quelli del soffitto, in questo ennesimo subaffitto...Eccolo lì l'indomani, è ancora zitto...-
-Una spiaggia...interno-sera- Isolamento silenzioso, dramma di un tipo nervoso. Se ne sta zitto, pensando che non dovrà più guardare gli occhi di "lei" ma quelli del soffitto, in questo ennesimo subaffitto...Eccolo lì l'indomani, è ancora zitto...-
giovedì 2 agosto 2007
-La membrana tattile che svela i contorni del tuo vissuto, amore, amore mio...-
"...Nella morfosintassi del vissuto , si cingono in solitaria il capo, quelle figure retoriche che emergono dai fondali ormai setacciati da uno scandaglio, che è lo stesso elettrocardiogramma di un non amore da manuale.Cerchi di giustificare la partenza, immortalando le tue stesse analessi che invogliano il pellegrinaggio ad abdicare dinanzi all'effimero cristallo della prolessi.La stessa sinestesia è un eco purpureo che avviluppa i moti lattiginosi. Oggi giorno non ti resta che sfalsare la congettura attraverso un amore che ti vive accanto, che scruta i tuoi stessi passi, perdendosi e ritrovandosi nella clessidra del tempo che mette in opera la scalinata dell'età.I nostri pensieri rendono il processo di deglutizione ancor più arduo. Un nodo in gola ti strazia. Il respiro si fa affannoso. Il cuore impazza, ed il tempio si fa simulacro della perdizione fatta meritocrazia di funamboli. L'irrazionale ha il sapore indefinito di un curioso ed acro suono di violino notturno. Tra le piazze solo una a scintillare, quasi fossero lì, i diamanti di una collana, donata ad una lei meditabonda ed affascinante a tal punto da toglierti il respiro al suo semplice passaggio. Un vero peccato però, ritrovarsi sulle spiagge deserte, dove i sipari che non esistono vengono pedissequamene aperti e chiusi...presentando il tragi-comico della disperazione che in un' estasi da volo lunare lascia i malfattori, i detrattori, i critici eventuali intenti a scolpire o ad eliminare (ingannando, accecando , e confondendo) quelle pietre di basalto, fuliggine, conchiglie, felci, salsedine, e muschio intirizzito dove "lei" passò..."
martedì 31 luglio 2007
Il silenzio agonizzante di un amore impossibile: muoio pensando al tuo sorriso, atto di beatificazione crepuscolare, dinanzi ad un altro lui.
"...Ho deciso di fuggire, perchè consapevole di non poter specchiare il riflesso dell'infinito, del tuo viso d'angelo solitario nella beatitudine celeste della vita tua, sono atterrito, inquieto, ho paura...tremo, piango...: Non potere ornare la tua reggia di rose e lapislazzuli mi incatena sul patibolo dell'avanzata solitaria che blocca i fiati, che non lascia spazio alle parole...Timide muoiono, con la circostanza avversa, fatta mia buona, perenne uscita..."
domenica 29 luglio 2007
Le aguzze delimitazioni dell'esistenza che spazia nell'inconsapevolezza?
TUTTO CALIBRATA: "I VERSI DI TUTTE LE CALIBRATE, DI TUTTE LE PIANE, RECITATI NELLA PIANA PER TUTTI GLI ALFIERI DI TUTTE LE CALIBRATE".
-PRIMO CONTRIBUTO-
- Come nella migliore tradizione, essendo divisi tra l'immortalare immagini su di uno schermo che sostanzialmente non è nostro, e la carambola di elucubrazioni cinte e circoscritte da elzeviri localizzati durante l'avanzata dei vari anfitrioni dell'oggi, non resta che rielaborare ed ancora una volta trasporre quei frammenti che minuziosamente sono stati in un certo qual modo "fusi" al "moto dell'anima" che pellegrina sorride, canta, gioisce, guarda, contempla, ed osserva attraverso la lente dello scetticismo e del comportamento schivo...-
AGUZZE DELIMITAZIONI.
Nel chiarore lunare, ho perso i tuoi occhi,
ed invano tra le nebbie voglio scorgere
la tua mano.
Un tetro albero riflette e delimita i contorni
di quella tua paura. Con lo sguardo che penetra
le nebbie mai stratificate, eccoli.
Eccoli i corvi.
Quasi presenti nell'assenza di un subaffitto
di camere oscurate da persiane distrutte.
Percorrendo marciapiedi di immondizie ed erbacce ,
sfugge la considerazione già desunta e non persa
vicino a pensiline abbandonate e distrutte.
Non una fanciulla attende gli autobus della consuetudine.
Non un bimbo a giocar tra i prati delimitati e sconfinati.
Non un anziano, a rimirar su di una soglia.
Non una coppia dinanzi all'incanto di un rosso tramonto
costellato da brezze di pini di salsedine.
Non una famiglia tra le risa, le luci, i colori, di giostre
di fine estate.
-Non un amore laggiù.- In quel deserto sconfinate distese di nulla.
Qualcuno osserverà nella notte senza luna la vuota culla.
Il cosmo e le ragioni. Si interroga l'effettivo dinanzi all'avanzata.
Il nulla non risparmia i cumuli di rifiuti.
Quella curva da cavalcavia. I tralicci.
Dinanzi ti ritrovi vuote vie.
Eco di un carion. E' questa la vita forse,
che danza con la scura dama?
I cocci di bottiglie. Una muraglia lucida e lunare.
Un boato fatto assurdità e alcool.
Al di là della staccionata mi ritrovo.
Intravedo via Fiumarella.
Danilo Saddi
martedì 24 luglio 2007
Precisazioni sul Progetto: si stende il manto della Soggettiva.
...Sembra difficile, e nel contempo tremendamente triste constatare l'ennesimo fallimento del progetto. La carambola degli anni prende piede, ed ormai non resta che restare atterriti dal silenzio che paradossalmente lascia spazio alle soffocate digressioni, che non rendono senz'altro facile la prosecuzione. Senza ombra di dubbio, è difficile ed insensato cercare una risposta attraverso la scrittura. Attraverso un supporto a cui si è affezzionati, si possono trasporre i propri stati d'animo, le proprie sensazioni, i propri avviluppati e congeniti pensieri, ma di certo non si può cambiare il corso degli eventi. In questi anni è come se avessi preso un impegno. Nei miei confronti, nei confronti di chi davvero tiene a me, nei confronti di chi mi ha seguito in queste peripezie tra un recital, un sodalizio, due risate, ed un ensamble pianificato per far si che il pagliaccio potesse ancora una volta indossare la maschera...piuttosto che gettarla in mare...dove sarebbe stata (forse) solo risucchiata dalle maree o illuminata per un ultima volta da una luminescenza da bagliore lunare.
Purtroppo però il setaccio del tempo e del senso pone i suoi innumerevoli paletti e fa si che ogni cosa irreale, materializzatasi un po per caso, un po per fortuna, un po chissà perchè...scompaia lasciando dietro di se una carambola di eventi che in una fase di quiescenza non fanno altro che riecheggiare tra le "quiete stanze" dell'autoanalisi, e dell'illogicità che convoglia i pensieri verso la regione della tristezza a dir poco infernale. Il mistero si fa spazio. Avvolge ogni anfratto. Ogni pulviscolare pertugio non individuato, per stringere nella sua morsa fatale anche chi aveva paradossalmente deciso di proseguire sorridendo, per non darla vinta a chi lo ha screditato per anni.
Ad ogni modo, la mia non è senz'altro una dipartita. Muore comunque una parte di me. Quella parte di me, che forse piaceva tanto, e che ha fatto sorridere e gioire poche, pochissime persone, che hanno avuto la sensibilità di non infischiarsene del sottoscritto, compatendolo ed aiutandolo. Lo ammetto, non c'è dubbio, a loro non posso far altro che dire "Grazie". Io stesso, in questo momento non riesco ad assemblare i pezzi di un puzzle che probabilmente non finirò mai di comporre, ma cerco semplicemente di rispondere a quell'io che non riesce a darsi pace e che non riesce ad intravedere la luce , anche in quelle regioni sconfinate del vivere in cui è giorno continuamente, e non è possibile intravedere altre regioni d'ombra e buio...
Mi chiedo se riuscirò a prelevare la maschera. Mi chiedo se dovrò scandagliare fondali marini pe ritrovarla.Chissà in quali grotte e cunicoli di trasmigrazione oceanica dovrò cercare e ricercare...Mi chiedo se riuscirò ancora una volta ad indossarla...
Purtroppo però il setaccio del tempo e del senso pone i suoi innumerevoli paletti e fa si che ogni cosa irreale, materializzatasi un po per caso, un po per fortuna, un po chissà perchè...scompaia lasciando dietro di se una carambola di eventi che in una fase di quiescenza non fanno altro che riecheggiare tra le "quiete stanze" dell'autoanalisi, e dell'illogicità che convoglia i pensieri verso la regione della tristezza a dir poco infernale. Il mistero si fa spazio. Avvolge ogni anfratto. Ogni pulviscolare pertugio non individuato, per stringere nella sua morsa fatale anche chi aveva paradossalmente deciso di proseguire sorridendo, per non darla vinta a chi lo ha screditato per anni.
Ad ogni modo, la mia non è senz'altro una dipartita. Muore comunque una parte di me. Quella parte di me, che forse piaceva tanto, e che ha fatto sorridere e gioire poche, pochissime persone, che hanno avuto la sensibilità di non infischiarsene del sottoscritto, compatendolo ed aiutandolo. Lo ammetto, non c'è dubbio, a loro non posso far altro che dire "Grazie". Io stesso, in questo momento non riesco ad assemblare i pezzi di un puzzle che probabilmente non finirò mai di comporre, ma cerco semplicemente di rispondere a quell'io che non riesce a darsi pace e che non riesce ad intravedere la luce , anche in quelle regioni sconfinate del vivere in cui è giorno continuamente, e non è possibile intravedere altre regioni d'ombra e buio...
Mi chiedo se riuscirò a prelevare la maschera. Mi chiedo se dovrò scandagliare fondali marini pe ritrovarla.Chissà in quali grotte e cunicoli di trasmigrazione oceanica dovrò cercare e ricercare...Mi chiedo se riuscirò ancora una volta ad indossarla...
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